Un po' Lampard, un po' Recoba: è Deki Stankovic, l'insostituibile
Con l'arrivo di un 'vero' trequartista (Sneijder) ancora una volta sembrava che dovesse essere lui a lasciargli il posto, un preludio stagionale che trova posto fino a quando non si comincia a fare sul serio, quando viene irrimediabilmente confutato dalla prova del campo. Alla fine, infatti, Dejan Stankovic continua a essere il faro dell'Inter, e poco importa se la luce dei riflettori puntati su di lui non sarà mai luminosa come quella rivolta ad altri campioni della scuderia nerazzurra. Il serbo corre, attacca, difende, tira, è ovunque, soprattutto quando se ne sente di più il bisogno. E quando lui non è disponibile (vedi a Genova contro la Sampdoria, dove ha giocato solo lo spezzone finale), la sua mancanza si palesa in modo inequivocabile. Ogni volta tocca ripetersi, ma a conti fatti Stankovic è un giocatore insostituibile, come Cambiasso, Julio Cesar e Zanetti. Lo scorso anno ha giocato da trequartista, adesso parte da dietro, fa la mezzala o si adatta al ruolo di esterno. Insomma, pur di giocare non lesina eclettismo, che poi + il suo maggior pregio. Deki, dove lo metti, sta e rende al meglio. Un aspetto che Mourinho non sottovaluta di certo.
Anche se nelle formazioni titolari pre-stagionali il serbo raramente appariva nell'undici della nuova Inter, oggi lo Special One non ne può fare più a meno. La conferma arriva da questo primo scorcio stagionale: 4 gol (3 in campionato, 1 in Champions), ottime prestazioni e una presenza di carattere nel centrocampo interista, fanno del serbo un elemento chiave del primato nerazzurro in campionato, una storia che ogni anno tende a ripetersi. Decisivo in Europa, con il colpo di testa che ha evitato un indimenticabile k.o. a Kazan, puntuale in campionato, dove ha esibito giocate di altissima scuola: prima la staffilata del 4-0 nel derby, poi il destro in corsa che ha sbloccato Inter-Udinese, quindi, dulcis in fundo, il colpo di genio di ieri sera a Marassi, quando nel recupero del primo tempo ha 'uccellato' Amelia con un collo esterno destro al volo da centrocampo. Una rete cercata, in perfetto stile Recoba (indimenticabile il gol da centrocampo dell'uruguago contro l'Empoli), per un giocatore eletto a 'Lampard' da Josè Mourinho, che lo ha piazzato nel ruolo che avrebbe tanto voluto affidare due estati fa all'inglese prima del suo grande rifiuto a raggiungerlo a Milano. Non smette dunque di stupire, il Drago interista, anche a 31 anni e con un Mondiale che lo attende l'energia e il carattere da leader sono sempre gli stessi. Forse sarebbe anche ora riconoscergli quanto gli spetta: il ruolo di insostituibile nella corazzata Inter.