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Una vittoria che sa di svolta. Ed eliminare Ibra non avrebbe prezzo!

di Fabrizio Romano

Com'è strano il calcio. In tre minuti l'Inter si è ritrovata dal baratro della classifica del gironcino F della Champions League alla vetta solitaria, quando già si preparavano i critici a sparare addosso a Mourinho ed ai suoi uomini, Milito e Sneijder, due nuovi arrivi, regalano una vittoria bellissima, insperata e per questo ancora più indimenticabile. Una vittoria contro un avversario tosto, quella Dinamo Kiev che darà filo da torcere anche al Barça, vedrete, ma una vittoria che sembra non essere legata solo ai semplici tre punti, ma ad una totale svolta nello spogliatoio, nella mentalità di questa Inter: se il morale in campionato è perennemente alle stelle ormai da mesi (se non da anni), in Champions serviva proprio una vittoria così per mandare al diavolo la tanta sfortuna e le bruttissime prestazioni che in un anno solare hanno impedito ai nerazzurri di vincere anche una sola partita di questa bella quanto maledetta competizione.

Ebbene, proprio quando si poteva definitivamente crollare nella notte in cui tutti aspettavano al varco questa Inter, ad un passo dall'inferno, è arrivata quella svolta che ha portato una gioia irrefrenabile: abbracci, lacrime, cori, rabbia sfogata, sorrisi. Anche Sulley Muntari ha rivelato la reazione della squadra negli spogliatoi, una reazione che sà di liberazione, una liberazione garantita da una partita non come tutte le altre: una partita che ha il dolcissimo sapore di una svolta. Bastava guardare i volti dei ragazzi e degli uomini in panchina a fine gara: indemoniati, felici, grintosi, se ci fossero stati altri dieci minuti sarebbero sicuramente arrivate minimo altre due reti. Ci si è sfogati, è passata la grande paura, questa Inter è pronta a volare finalmente anche in Europa dopo la fuga in Italia, ma bisogna stare sempre sull'attenti: si rischiano brutte figure con la troppa sicurezza, tra due settimane si va al Camp Nou con una mentalità positiva, ed inevitabilmente la voglia è talmente tanta che la testa è già alla supersfida del martedì di metà novembre.

Una partita fantastica, le stelle di un Barça che attraversa un periodo di piccola crisi (sconfitta in casa e pareggio fuori con il Rubin Kazan) contro la grinta e le altre stelle di un'Inter che non ha più paura, di un'Inter libera, pronta ad affrontare a viso aperto i blaugrana. Tra le fila dei ragazzi di Guardiola, ce ne sarà uno in particolare che sarà l'osservato del giorno: Zlatan Ibrahimovic. Già, perchè quel suo addio nello spogliatoio è ancora visto non con occhio buonissimo, ed andare al Camp Nou con la voglia giusta potrebbe portare ad una clamorosa vittoria: un favore a sè stessi, per la classifica, ma anche una soddisfazione senza paragoni, quella di negare ad Ibra di passare al turno successivo in una competizione che lo ha spinto proprio verso i lidi spagnoli. Ora, però, basta con i voli pindarici, tutto ciò sarebbe troppo bello anche se nutriamo sempre grande rispetto verso il Genio che non ci ha mai illusi: torniamo alla realtà, restiamo con i piedi per terra. Questa Inter deve godersi queste soddisfazioni, perchè con la grinta e la volontà, lo abbiamo visto, si può arrivare dovunque. Anche dove uno svedese (ogni riferimento non è puramente casuale) non riesce proprio ad arrivare...


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