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Vice-Milito? Ci pensa Wes mancino. Così Strama vara il camaleontismo

di Fabio Costantino

A cinque giorni dalla trasferta romena contro il Vaslui, che vale una buona fetta di qualificazione al girone di Europa League, Stramaccioni può tornare a sorridere dopo la batosta croata di San Siro. Gli strascichi deludenti di Inter-Hajduk sono stati in parte spazzati via dalla buona prestazione nell'amichevole di Locarno contro il Bizertin, equipe tunisina che da anni fa la voce grossa nel proprio campionato e che, va sottolineato, ha affrontato l'impegno (storico) come una finale di Champions. Inter in salute, dunque, anche se ancora incompleta. Ma non è questa la sede per ricominciare a parlare di mercato.

TUTTI ALL'ATTACCO - Non c'è Milito, ed ecco che scende in campo il suo vice. Non si tratta di Palacio, come lavagnetta tattica inviterebbe a pensare, ma di tutto il reparto avanzato (e non) nerazzurro. Merito di Sneijder, versione mancina (batte i corner di sinistro, e pure bene...), che agendo da regista manda in porta praticamente tutti i compagni che gli dettano il passaggio. Ed è così che oltre al Trenza (sempre micidiale), anche i vari Coutinho, Cambiasso, Maicon, Nagatomo, Zanetti (e lo stesso Wes) sono in grado di rendersi pericolosi insinuandosi tra le maglie avversarie. Non ci fosse l'olandese, questa strategia sarebbe inapplicabile perché è il suo piede a dare profondità alla manovra.

PALLA A TERRA E VIA - Per la precisione, dunque, nel primo tempo contro il Bizertin l'Inter gioca solo virtualmente con un 4-3-2-1, perché Sneijder agisce da trequartista con Coutinho e Palacio più avanzati, ma sono frequenti i cambi di posizione del reparto d'attacco, così come spesso e volentieri dalle retrovie salgono a turno esterni e centrocampisti (tranne Mudingayi, il prescelto a rimanere in copertura), creando superiorità. Palla a terra la squadra gioca che è un piacere: dribbling e verticalizzazioni si sprecano e i tempi sono quelli giusti. Inutile però attendersi cross dal fondo, visto che in area le presenze nerazzurre non abbondano con Milito assente. Ma Stramaccioni lo sa e per questo se la gioca sul palleggio.

CAMALEONTICI - Chiaramente, se dal mercato arrivasse un vice-Milito il tecnico potrebbe avere un'alternativa in più, ma ad oggi è giusto prepararsi anche all'eventualità che non arrivi nessuno. Di questi tempi, inutile illudersi. Però con un Palacio così imprevedibile e con il talento e l'abbondanza di trequartisti (in teoria ci sarebbe anche Alvarez e, perché no, Livaja), un motivo per non strapparsi i capelli lo si troverebbe puntando sul camaleontismo. Piano comunque con l'entusiasmo, perché i tunisini, pur essendo aggressivi e motivati al punto giusto, in difesa non hanno destato grandi impressioni. Però sono avanti dal punto di vista fisico e hanno picchiato quando necessario, quanto basta per considerarli un test semi-attendibile.

IL TOP PLAYER - Attendibile invece la prestazione di Maicon, anche lui particolarmente motivato nonostante i venti del mercato. Ad oggi il brasiliano è confermatissimo, le offerte che Moratti attende per lui non si sono viste e le proiezioni da qui al 31 agosto non inducono all'ottimismo. Poco male, se il Colosso resterà e giocherà con questa voglia, sarà un gran colpo per Stramaccioni (quanti sguardi d'intesa tra i due!), che lo ha lanciato dal primo minuto e lo ha iscritto alla lista Uefa per il doppio confronto contro il Vaslui. Insomma, Maicon è a tutti gli effetti un calciatore dell'Inter e, se non partirà nei prossimi giorni, potrebbe addirittura rinnovare il suo contratto. Sperando che le sue motivazioni siano sempre le stesse da qui al prossimo maggio.


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