.

Volpi: "Icardi con la Lazio? Dipende anche dai tecnici. Per De Vrij un affaticamento"

di Christian Liotta
Fonte: Dall'inviato a San Siro Mattia Todisco

A margine dell'Inter Medical Meeting organizzato quest'oggi presso lo stadio di San Siro, Piero Volpi, medico sociale dell'Inter, ha illustrato in conferenza stampa le tematiche legate all'evento ma ha parlato anche dell'attualità medica in casa nerazzurra. FcInterNews.it, presente col proprio inviato, vi riporta le sue parole:

Quattrocento persone hanno ascoltato oggi un maestro del settore come lei:
"Devo dire che io ho fatto da amplificatore, organizzando questo Inter Medical Meeting che fa seguito a quello dell'anno scorso con tematiche molto incisive per l'assistenza e la medicina applicata al calcio. I relatori sono stati molto bravi, l'afflusso è stato molto elevato e questo ci ha fatto piacere perché ha dato un impulso ancora maggiore a quanto fatto l'anno scorso. Sono state affrontate tre tematiche molto importanti: le lesioni muscolari degli harmstring (flessori della coscia), le lesioni alla spalla dei portieri e le lesioni al menisco laterale. Tre temi che quando capitano in una squadra mettono il medico sportivo e lo staff a dura prova per cercare di rimettere in campo gli atleti il prima e meglio possibile".

In questi 35 giorni di Mauro Icardi le è servita la sua esperienza nello spogliatoio per comprendere le motivazioni e il recupero del calciatore?
"Sicuramente. L'esperienza serve tantissimo, servono tutte le esperienze fatte da calciatore, dirigente e medico. Andando avanti negli anni acquisisci maggiori competenze, hai molte più esperienze e le metti al servizio delle problematiche che si verificano giorno dopo giorno. Ci vogliono capacità, conoscenza e pazienza per cercare di fare al meglio questo lavoro".

Vuole spiegare il problema di Icardi, il programma messo in atto e come sta Icardi rispetto a una settimana fa?
"Cominciamo dalla fine: sta meglio, ora può fare un'attività completa allenandosi col gruppo e parzialmente individualmente per acquisire un'attività di completamento rispetto a quella che è la condizione fisica. Non ha partecipato a 30-35 giorni di allenamenti col gruppo e deve riacquisirla. Se nei prossimi giorni questo programma sarà completa potrà riaggregarsi al gruppo. Adesso lui sta facendo un programma di avvicinamento come tutti i calciatori che hanno avuto un problema, non è una cosa particolare solo di Mauro Icardi".

Ci sono margini per vederlo convocato con la Lazio?
"Questa è una domanda difficile alla quale non posso dare una risposta secca. Ci sono possibilità, vedremo; se nella settimana si svolgerà tutto in maniera regolare ci sono possibilità. Ma non dipenderà più solo dal sottoscritto ma anche da valutazioni di tipo atletico e tecnico che dovrà fare lo staff".

Ci sono notizie su De Vrij? Come sta Nainggolan?
"Per De Vrij abbiamo notizie di un affaticamento che però il medico della Nazionale olandese ci ha subito segnalato e dagli accertamenti eseguiti (è stata fatta un'ecografia) non sembra essere niente di più. Nainggolan sta procedendo nel suo recupero sulla falsariga di Icardi; sta completando lavoro misto e quando sarà pronto lo daremo al club; vedremo la prossima settimana se sarà pronto". 

Ma al momento il belga è più sì o no?
"Lui sta migliorando, sta già facendo un lavoro sul campo. Vedremo se sarà pronto per tornare in gruppo o se dovremo aspettare qualche altro giorno ancora. Ma è in fase molto avanzata, poi per dire se sarà convocato con la Lazio è troppo presto, dateci ancora qualche giorno". 

FcIN - Un giocatore fermo da oltre un mese e si allena con un lavoro specifico ha comunque una possibilità di recuperare in quanto tempo?
"Dipende da caso a caso, è difficile dire se servono 6, 8, 10 giorni. Quando si ha uno stop dal gruppo e dal lavoro completo del gruppo, è chiaro che si richiede un po' di tempo per avere un adattamento. Questo è anche a forma di difesa dell'atleta, se un giocatore che ha finito con la fisioterapia viene subito messo in gruppo per lui è un danno, questo deve essere chiaro. Poi dipende da infortunio a infortunio". 

FcIN - Come è cambiato il ruolo del medico sociale rispetto agli anni '90?
"Tantissimo. E' una professione in continua evoluzione, molto specifica, per la quale servono molte competenze perché gli arricchimenti sono sempre di più. Fare il medico di squadra comporta grandi capacità conoscitive e applicative, perché diventa una responsabilità importante".

FcIN - Ma era più facile fare le visite mediche allora?
"Quando giocavo io, negli anni '80, non c'era ancora l'ecografia. Quindi una lesione muscolare ai miei tempi non poteva essere rilevata con esami strumentali; c'era il massaggiatore che toccava e valutava. Oggi sono arrivate ecografia e risonanza magnetica, e adesso puoi eseguire la diagnostica in maniera molto più accurata".

VIDEO - ARGENTINA COLABRODO, MA LAUTARO NON PERDONA: IL "TORO" A SEGNO IN NAZIONALE


Altre notizie