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Yolanthe choc: "Nessun infortunio, Wes sta bene! Ama l'Inter, spero..."

di Fabrizio Romano

Teso, nervoso, adesso anche vittima di un affaticamento. La botta che non ci voleva nel momento più difficile per questione di contratto. Wesley Sneijder viva una situazione quantomeno particolare, decisamente brutta. Con l'Inter non vuole rinnovare, il campo non lo vede più e la moglie Yolanthe gli sta particolarmente vicina per affrontare il momento di difficoltà. Tanto da aver disdetto - secondo quanto riportato da La Gazzetta dello Sport nei giorni scorsi - ogni impegno di lavoro pur di sostenere il marito.

Da Twitter, Yolanthe ha postato in serata la foto che vedete insieme a Wes. "Perché l'amore vero è quando l'altra persona ama anche la parte più buffa o brutta di te...", ha scritto. E poi, la solita carrellata di domande dai tifosi. Cosa farà Sneijder? "Spero che resti all'Inter", scrive a Yolanthe una tifosa. La risposta della modella olandese è chiara: "Speriamo... un bacio! Lui è un uomo dal cuore d'oro, sempre dolce". Spera, Yolanthe. E risponde anche a chi gli dice di "non abbandonare la nave, come Schettino. Convincilo a restare all'Inter". La risposta è la seguente: "Credimi... Non è per quello.. Lui ama l'Inter.. Vediamo.. Bacio".

E poi sorride, a chi gli chiede se è possibile un ritorno con José Mourinho al Real Madrid: "Haha... Love Mourinho!", le parole della moglie dell'olandese. Ambigua, disponibile a rispondere a tutti, ma senza una versione definitiva. E poi, la clamorosa rivelazione: "Come sta con l'infortunio?", le chiedono. E Yolanthe risponde: "Lui non è infortunato tesoro!". E a domanda esplicita se "Wesley sta bene o ha un problema muscolare?", è ancor più chiara: "Wes sta bene...". Secondo quanto rivela quindi la moglie di Wesley, il numero 10 olandese non è veramente infortunato. L'affaticamento avvertito oggi in allenamento era quindi tutta finzione, secondo quello che rivela Yolanthe. Un infortunio che dal primo momento era parso per molti "diplomatico", in modo da togliere Stramaccioni dall'imbarazzo della convocazione.


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