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Zanetti: "Io all'Inter, ecco come venni a conoscenza della notizia. Ho 50 anni, ma dentro mi sento più giovane"

di Christian Liotta

Il vice presidente dell'Inter Javier Zanetti è stato protagonista di un'intervista negli studi del programma di Canale 5 'Verissimo'. L'ex capitano nerazzurro si è raccontato molto dal punto di vista umano, parlando in primo luogo della festa per i suoi 50 anni: "Sono felicissimo, mia moglie mi ha fatto una sorpresa portando tutti gli amici dall'Argentina; è stata una giornata speciale. Se mi sento l'età? Direi di no, per come interpreto la vita cerco sempre di essere positivo. Ho 50 anni ma dentro mi sento più giovane". Nei giorni scorsi, è uscita la sua ultima opera letteraria, 'Un Legame Mondiale', un racconto del doppio filo, calcistico e non solo, che lega Argentina e Italia: "Cos'ho di italiano? Tanto. Prima di tutto devo ringraziare questo Paese perché mi ha aperto le porte quando ero uno sconosciuto. Sono arrivato qui molto giovane, per me l'Italia è stata una grandissima opportunità, quella che sognavo da bambino quando giocavo con i miei amici. Quando è arrivata questa chance mi sono detto subito che non potevo lasciarmela scappare".

Silvia Toffanin gli chiede anche dei suoi esordi da calciatore e della delusione subita da ragazzino: "Fui scartato dall'Independiente, la squadra per la quale tifo; in quel momento a quell'età lì fu un momento di grande difficoltà. Però penso che le cose debbano succedere, perché fanno scattare qualcosa dentro di te. Mi sono messo a lavorare con mio padre, che faceva il muratore; lavorando con lui ho capito i tanti sacrifici che facevano i miei genitori per me e mio fratello, questo mi ha fatto crescere tantissimo". Fino all'arrivo all'Inter: "Giocavo nel Banfield, una squadra nemmeno troppo grande in Argentina; ricordo che ero in un'amichevole con la Nazionale in Sud Africa quando il ct Daniel Passarella mi chiamò per darmi una notizia. Quando arrivai, mi mostrò un fax dove c'era scritto che l'Inter mi aveva comprato. Pensai che non fosse vero, un'opportunità così grande per me che ero a inizio carriera. Chiamai Paula e la mia famiglia per chiedere se fosse vero ed era così. Arrivai qui pieno di sogni e conscio di questa grandissima opportunità". 

Ma a Zanetti manca l'essere protagonista sul campo? "Ormai sono passati tanti anni, sono sempre molto vicino alla squadra. Cerco sempre di contribuire anche da fuori, però questi momenti rimarranno per sempre". C'è un pensiero anche per la mamma Violeta, scomparsa nel 2011: "E' successo dopo la vittoria della finale di Coppa Italia col Palermo. Dopo i festeggiamenti, ricevetti un suo vocale dove era felicissima perché aveva visto la partita. Quella fu l'ultima volta che la sentii, la mattina dopo ebbi la notizia della sua morte. La vita ti dà a volte momenti di grande tristezza. Ha fatto tantissimo per me, mi accompagnava dappertutto ed era la prima a starmi vicino in ogni momento. E' morta dormendo, ricordo che mio padre non mi ha chiamato perché non riusciva a parlare e ha delegato una persona che era lì con loro. Sono riuscito a dirle tutto, ogni volta che parlavo con lei sapeva quello che provavo, ora protegge la mia famiglia dall'alto".  

Famiglia che annovera tre figli: "Loro sono la mia vita, insieme a Paula sono tutto per me. Da quando mi alzo, quello che faccio e che farò sarà sempre per la loro felicità. La mattina ci alziamo cantando, Sol mette la musica e allora cantiamo ogni mattina. E' un momento intimo nostro attraverso la musica. Nacho ha tanta passione per il calcio, gli auguro possa fare un percorso come il mio". 

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