Zanetti: ''Moratti, rapporto stupendo. Thohir? L'Inter sarà ancora più forte"
Fonte: Dall'inviato - Luca Pessina
Intervenuto al Mondadori Multicenter in via Marghera per presentare "Giocare da uomo", l'autobiografia scritta con l'aiuto del giornalista e autore Gianni Riotta, Javier Zanetti non si è sottratto alle domande. Ecco quanto raccolto dal nostro inviato. "Sto facendo di tutto tutto per rientrare presto. Mi alleno con i compagni, manca davvero poco. Se mi manca la partita? Voi tifosi mi siete mancati tantissimo, combattiamo insieme da anni. L'Inter è la mia vita. Sapete bene quanto amore ho per questa maglia ogni volta gioco e spero di rientrare presto”.
Come valuta questa Inter?
“Sono fiducioso, stiamo facendo bene. Il mister ha svolto un grande lavoro, i compagni provano sempre a vincere e si vede un grande spirito. Speriamo di vincere qualcosa quest'anno”.
Di Moratti cosa può dirci?
“C'è un rapporto che va al di là di quello che c'è normalmente tra capitano e presidente, c'è quello umano. Lui ha creduto in me quando ero uno sconosciuto e ha avuto fiducia. Io non lo dimentico e lo ringrazierò sempre”.
Invece su Thohir qual è l'idea del capitano dell'Inter?
“Credo che il nostro presidente abbia pensato come costruire una società più grande. Ha visto in queste persone delle qualità umane per far crescere club. Spero che insieme diventi un'Inter ancora più forte. Lo spero per tutti noi interisti”.
Zanetti fuori dal campo è lo stesso che si vede mentre gioca?
“Sì, io sono così. Questo è quello che sento. Cerco di essere corretto sempre, anche fuori dal campo”.
E l'Inter? E' davvero così speciale?
“Siamo diversi da tutti quanti. Durante i periodi difficili ho visti tifosi piangere: la fede e l'amore per questa squadra va al di là di ogni cosa. Per questo siamo diversi”.
Ma è vero che Zanetti si è allenato anche il giorno del matrimonio?
“E' vero: mi sono allenato anche giorno matrimonio, ma prima ho detto di sì (ride, ndr). Poi, dopo le foto, sono andato ad allenarmi. Ora ho tre bambini fantastici, tutti interisti. Il più piccolo tira fortissimo e quando vede il pallone impazzisce. Sarei felicissimo se diventasse calciatore”.
Zanetti inappuntabile?
“Mi porto sempre un programma prima della preparazione. Quando non ho trovato la palestra e dovevo sollevare 70 kg, allora ho sollevato mia moglie per le ripetute. Io Casinista? Vi racconto questa. Eravamo a cena al primo ritiro con Yuto Nagatomo. L'ho fatto cantare e ballare: è stato troppo forte”.
Cosa ricordi del match storico con il Barcellona?
“Ricordo che non finiva più, una gara infinita contro la squadra migliore, contro giocatori impressionanti. Li c'era il più forte al mondo e mio amico: Messi. Lo marcavo io e pensavo di dovergli fare un fallo per fermarlo. Mi è andata bene. Dopo il loro gol non finiva più. Poi l'arbitro ha fischiato ed è stata una liberazione. La cosa su Eto'o e il tempo al Camp Nou? Io gli ho detto di aiutarci che mancavano dieci minuti, ma eravamo nel primo tempo!”
Dopo aver vinto la Champions, cosa hai fatto con la coppa?
“La prima sensazione quando sono uscito per fare il riscaldamento e ho visto tutta la curva piena del Bernabeu, mi sono detto: 'Non possiamo perdere'. A due minuti dalla fine, ho guardato Samuel: piangevamo entrambi, ma mancavano ancora due minuti e ho pensato che, mal che vada, sarebbe finita 2-1. Alla coppa ho detto che l'avevo inseguita per tanto prima di farcela”.
Zanetti capitano della Pazza Inter: perché?
“Anche io forse sono un po' pazzo. Sono onorato di essere il capitano di un grande club, che è anche una famiglia. Moratti, con il lato umano, riesce sempre a indirizzati il giusto cammino”.
Un messaggio ai lettori?
“Per me questo libro è molto importante e racconto la mia vita fin dall'Argentina. Gianni è venuto in Argentina con me e si è resoconto di qual era il mio sogno: venire in Italia e fare il capitano dell'Inter. Il messaggio che mando è quello di rispettare e sognare sempre. Poi quello di essere leali, perché serve nella vita ed è giusto. Se ho il segreto dell'eterna giovinezza? Nessun segreto, solo passione per lo sport e per la mia famiglia. Un rigore e un gol? Mi è toccato una volta e per fortuna ho fatto gol e vinto la Supercoppa. Spero non capiti più, voglio tenere questa percentuale”.