Zenga: "Mercato? Fassone e Ausilio discordi. Io all'Inter? Ero libero ma..."
Interviene a MilanInterTv Walter Zenga, ex portiere dell'Inter, che risponde alle domande dei conduttori della trasmissione 'Parlano di noi' Francesco Fontana e Elisabetta Galimi parlando in primo luogo della gara di ieri: "Non è stata una bella partita restano da salvare vittoria e qualificazione, che poi sono le cose che contano. Ma non è stata una bella prestazione, soprattutto i centrali difensivi non hanno fatto una partita di alto livello. Il problema è conservare la concentrazione per tante partite di fila; certo, giocare col Dnipro non regala molta fantasia ma ogni partita, quando giochi all'Inter, va presa sempre in considerazione".
Ma Andrea Ranocchia e Juan pagano il cambio di difesa? "No, i moduli non cambiano i giocatori, basta cercare alibi di questo tipo. Un giocatore magari può soffrire il fatto di non potersi esprimere al meglio, ma alcuni hanno offerto prestazioni più che valide in ruoli non loro. Ognuno deve prendersi le proprie responsabilità, Samir Handanovic dopo la partita ha detto le cose giuste, va presa come un'analisi onesta". Si torna sul derby: "Non è stata una grande partita, ma l'Inter veniva da un cambio allenatore e i giocatori volevano rispondere alle richieste del nuovo tecnico, mantenendo le posizioni. Non mi è piaciuto Mateo Kovacic da esterno ma sono valutazioni da allenatore. Dall'altra parte c'era una squadra senza vittorie da 5 turni; non c'era una grandissima qualità ma questo ha passato il derby, magari nel ritorno le cose saranno diverse perché ci saranno obiettivi in palio e gli allenatori avranno inciso".
Zenga commenta poi le performances di Samir Handanovic: dietro queste statistiche c'è un segreto o c'è qualcosa di naturale? "Molto viene dal discorso naturale; nella ripresa Handanovic è uscito su Kalinic con uno stile difficile da costruire in allenamento, è una dote naturale". Ma cosa farebbe Zenga in caso di grande offerta per lui? "La mia preoccupazione è vedere quanto l'Inter può offrire ad Handanovic rispetto alle big europee. All'età che ha può fare il contratto della vita e davanti a certe cifre diventa difficile competere e rifiutare". Champions più facile col terzo posto o con l'Europa League? "In questo momento è difficile stabilire cosa sia più facile, l'unica cosa da fare è dare continuità al nuovo lavoro, senza buttare via quanto fatto dal vecchio perché chiunque ha dei meriti in quello che è successo. Questo discorso si potrà fare se si arriverà in semifinale di Europa League, a quel punto si vedrà la posizione in classifica e si valuterà. Un allenatore deve comunque ricordare il fatto che vincere l'EL porta alla Champions".
Dove deve intervenire l'Inter sul mercato? "Intanto bisogna capire cosa hanno in mente i vertici dell'Inter, ho sentito due interviste dove Marco Fassone e Piero Ausilio dicevano cose opposte, chi parlava di due allenatori a bilancio che pesano e chi dice che accontenteranno Mancini; non lavorano insieme o qualcosa non quadra. Bisogna capire cosa vorrà fare la società e se farlo a gennaio o a giugno. Ho sentito il nome di Ezequiel Lavezzi, mi piacerebbe ma prende 5 milioni a Parigi. Roma e Juve hanno speso tanto ma sono al top, bisogna capire cosa potranno dire Ausilio e Fassone sul mercato, e soprattutto se farlo adesso o in estate. A questo può rispondere Mancini". Chiosa sulla gara con la Roma: "Due impegni così difficili per un nuovo allenatore sono la cosa migliore, affrontare la trasferta di Roma col morale alto è meglio. L'Inter si approccia con delle positività, un nuovo allenatore, con delle certezze nuove, il recupero di Hernanes che può dare tantissimo a questa squadra. C'è fiducia", e sul sogno Inter svanito: "Confermo, io ora mi sistemerò a breve con una nuova squadra dall'altra parte del mondo. Ero libero, l'Inter voleva un altro tipo di allenatore con un profilo superiore, ora devo fare la mia strada e pensare a me stesso. Quando Marco Branca mi disse per due volte che c'era la possibilità di allenare l'Inter, ero sempre sotto contratto. Mi soddisfa il fatto che i ragazzi di 20 anni mi salutano, non c'è niente che ti possa ricompensare come quello che succede a me in giro per Milano".