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Zero Zarate: riscatto compromesso? Tra Moratti e Lotito intanto adesso...

di Giuseppe Granieri

C'è un problema Mauro Zarate in casa Inter? Sì, forse c'è: anzi, forse è meglio dire e scrivere che c'era. Perché, a dare ascolto agli addetti ai lavori - giornalisti e operatori di mercato - pare che, ad oggi, la questione Zarate sia stata praticamente risolta. In che modo? Scopriamolo facendo un passo indietro di qualche mese.

PALACIO NERAZZURRO - Tutto ha inizio l'ultimo giorno di mercato della sessione estiva. Era quasi tutto fatto per Rodrigo Palacio del Genoa, che Gasperini aveva indicato come esterno d'attacco pronto per la sua Inter. Ma, all'ultimo momento, l'affare saltò perché - a quanto pare - Preziosi non era d'accordo con la valutazione che Moratti dava al calciatore. E viceversa. Il numero uno dei rossoblù si impunta e Palacio resta dov'è.

ZARATE? IDEA DI BRANCA - Per non impantanarsi nell'affare Palacio, i responsabili di mercato nerazzurri individuano nella seconda punta della Lazio l'alter ego di Palacio. Sono giorni caldi, la piazza chiede un colpo ad effetto in un mercato asfittico e all'insegna del fair play finanziario. La Lazio, nella persona di Lotito in primis e di Tare in seconda battuta, non vede l'ora di disfarsi di Zarate, giocatore dalle ottime qualità tecniche, dalla incommensurabile classe, ma ragazzo dal carattere non facile che aveva rotto con gran parte dello spogliatoio biancoceleste e con mister Reja. L'affare si fa, a poche ore dal gong finale: contratto quadriennale al giocatore, 2,5 milioni di euro il primo anno, premi esclusi, e 3 milioni gli anni successivi, premi esclusi. E fin qui, tutto a posto.

MODALITA' DI TRASFERIMENTO - Maurito arriva all'Inter: artefice del trasferimento, oltre a Branca and company anche l'avvocato Giuseppe Bozzo, in prestito oneroso (3 milioni di euro) con diritto di riscatto fissato a 15,5 milioni. Attenzione: diritto di riscatto, non obbligo di riscatto. La stessa formula, ad esempio, usata per Kharja lo scorso gennaio con il Genoa. E tutti sappiamo come è andata a finire: l'ex fantasista genoano non è stato riscatto (meno di 4 milioni di euro in favore del Genoa) e dopo 6 mesi nerazzurri il centrocampista, ora alla Fiorentina, è tornato al Genoa.

TRA GASP E RANIERI - Gasperini lo aveva detto: "Zarate? Io non l'ho chiesto. Non ho nulla contro di lui: ma non conosce il mio gioco, mentre Palacio sì e allora vorrà dire che l'ex Lazio dovrà imparare e che ci vorrà più tempo". Zarate, ma anche tutta l'Inter, non comincia nel migliore dei modi: esterno largo a sinistra, la porta è a 30 metri, quando va bene. Gasp prima non convince, poi vacilla, poi cade, a Novara. Arriva Ranieri, cambio di modulo: 4-3-1-2 o 4-2-3-1: ma Zarate non risponde alla cura. Segna pochissimo, solo un gol finora in Champions League, e anche la conta degli assist (seppur favorita da una clausola nel contratto che prevede 15mila euro ad ogni passaggio vincente) non decolla. Il ruolo, seconda punta, è il suo: ma incide poco, anche se il clan argentino lo coccola e lo protegge. Involuto, direbbe di lui Paolo Ziliani.

TRA MUGUGNI E RISCATTO - Maurito è il primo a sapere che oggi le cose non vanno benissimo per lui, anche se l'Inter sembrerebbe uscita dalla malattia e le prossime partite da qui a Natale saranno un valido banco di prova. Vuole dare di più, ma a volte non riesce ad esprimersi come vorrebbe. E ritornano i momenti no già vissuti alla Lazio, dove tutto sembrava andargli contro. Ma, e torniamo alle prime righe di questo pezzo, i conti sono conti e, in un momento di scarsa liquidità in giro, ad oggi, il destino di Zarate sembra segnato. Da gennaio a maggio può cambiare tutto, è ovvio, e ce lo auguriamo. Ma più di qualcuno storce la bocca e si domanda: "16 milioni di euro per Zarate? Moratti non li spenderà mai". Starà a lui, con i suoi gol e le sue prestazioni, far cambiare idea al presidente. Ce la farà? Tutti i tifosi nerazzurri, e non solo loro (vero Lotito?), se lo augurano...


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