Martina Brustia, centrocampista nerazzurra in forza a
Inter Women, si racconta ai microfoni di
Dazn a margine dell'evento
Wembrace a
Milano. "Un momento di difficoltà è stato l'infortunio di quattro anni fa - dice in apertura dell'intervista -. Si sono rotti i legamenti della caviglia sinistra, è stato molto difficile perché all'inizio è difficile accettare di doversi fermare e poi ripartire quasi da zero. Ti insegna tanto, hai molto tempo per riflettere su te stessa, sul tuo lavoro. Fa parte del gioco, bisogna cercare di trarre il meglio anche da queste situazioni. Un duello che ho affrontato è quello non solo mio ma di tutte quelle come noi che iniziano a giocare a calcio da piccole. Quando abbiamo iniziato noi il duello coi compagni maschi che dicevano 'giochiamo contro le femmine' era quotidiano. Però ti forgia e te lo porti dentro tutta la vita. La personalità cambia parecchio da come si è in campo a fuori. Io sono riservata, sto nel mio, magari mi isolo anche un po'. Sul campo mi piace controllare quel che ho intorno, essere al centro del gioco".
Brustia parla anche di due grandi conquiste tra campo e vita pesronale. "Calcisticamente parlando l'esordio in
Serie A che sognavo da bambina e la convocazione in
Nazionale maggiore. Fuori la laurea in
Economia, molto sudata e voluta"