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Marchitelli: "Inter progetto a lungo termine. I colleghi uomini? Dovrebbero spendersi un po' di più per le cause giuste"

di Alessandro Cavasinni
Fonte: Tuttosport

L'Inter Femminile dovrà vedersela con la Roma, avversario parecchio temibile. "Arriviamo dalla sconfitta con il Sassuolo, che non fa piacere. Però le due partite prima le abbiamo vinte con merito. In un campionato dove il livello si è alzato tanto, non è mai facile vincere. Poi, inutile dirlo, sfide come con la Roma domenica o con la Fiorentina la settimana prossima è sempre bello giocarle e penso tireranno fuori da noi qualcosa di positivo", dice Chiara Marchitelli, portiere nerazzurro, intervistata da Tuttosport. 

L’Inter in questa stagione ha già giocato due big match contro Milan e Juve, e li ha persi. Pensi che nel frattempo è cresciuta tanto da potersela giocare con la Roma? 
"Credo che tutte le partite, non solo quelle giocate contro Juve o Milan, ci hanno insegnato qualcosa. Non scordiamoci che per tante ragazze che sono qui, questo è il primo anno in A". 

A che punto è, secondo lei, la crescita della squadra? 
"Sicuramente abbiamo ancora moltissimo potenziale che verrà fuori. D’altronde quello dell’Inter è un progetto a lungo termine, ci sono delle giovani giocatrici veramente di talento che hanno incontrato qualche difficoltà all’inizio, ma hanno i mezzi per fare bene". 

Come è stato l’arrivo in questo club?  
"L’Inter è una delle squadre più importanti al mondo, con un’organizzazione che io non avevo mai avuto alle spalle. Mi è sembrato da subito di essere arrivata in un posto stupendo". 

Lei come è finita a fare il portiere? 
"Ero alla Lazio, dovevamo giocare un’amichevole e il portiere non arrivò. L’allenatore mi mise in porta e ha visto delle potenzialità, però io non ne volevo sapere. Mi hanno convinto per sfinimento e devo dire che avevano ragione. Certo che aver giocato fino ai 13 anni esterno di centrocampo mi ha aiutato, ho imparato a giocare con i piedi che per un portiere oggi è fondamentale". 

Lunedì al Gran Galà del Calcio per la prima volta è stato premiato anche il miglior 11 femminile. Che cosa ha significato per lei? 
"Si potrebbe pensare che è solo costume, però sono cose che influenzano e ci fanno conoscere ancora di più. Nel 2015 abbiamo toccato il punto più basso e abbiamo preso coscienza del fatto che se non avessimo fatto qualcosa noi giocatrici per prime, non potevamo aspettarci che altri lo facessero per noi. Siamo contente di quello che abbiamo raggiunto, però vorrei anche che chi verrà dopo di noi capisse quanto è stato difficile conquistarlo. Invito sempre le giovani a riflettere su dove siamo partite per arrivare a questo punto". 

Il Pallone d’Oro a Megan Rapinoe è meritato? 
"Meritatissimo, per tutto quello che ha fatto al Mondiale". 

Colpisce un po’ tutti gli appassionati di calcio il ruolo molto consapevole che avete voi giocatrici rispetto ai colleghi uomini.  
"Lo siamo sempre state. Per i ragazzi è diverso, noi siamo passate attraverso molte difficoltà per arrivare fino qui. E devo dire che secondo me, a volte, i calciatori dovrebbero spendersi un po’ di più per le cause giuste. Capisco che ci siano delle difficoltà, ma qualche presa di posizione in più a volte non sarebbe male". 

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