Rincon: "È il mio secondo anno, ma è come se fosse il primo. Un orgoglio il premio di miglior giocatrice in Coppa America"
Yoreli Rincon, centrocampista di Inter Women, si racconta nel format In her shoes su InterTV. "È il mio secondo anno solo sulla carta, in realtà a causa della quarantena sono stata molto tempo in Colombia e quindi è come se fosse il primo. Da luglio ho potuto realmente integrarmi in squadra, conoscere le compagne e la lingua. È diverso da come siamo abituate in Sudamerica. Ora mi sento molto più vicina al modo di giocare del mister, alla squadra, più contenta e più comoda - racconta - Mia madre giocava a calcio e io volevo essere come lei. Anche mio fratello e mia sorella giocavano, io sono la più piccola e mio padre non pensava che potessi giocare. Però ha creato un'impresa di palloni da calcio, quando andava a venderli io andavo a giocare con mia madre e i miei fratelli. Sono cresciuta con il pallone tra i piedi. Era destino".
Rincon racconta di aver giocato in passato con grandi giocatrici, in Svezia e Norvegia, così come negli Stati Uniti. Fino all'Italia. Uno splendido ricordo è l'esperienza in Coppa America. "In Sudamerica c'è Marta, nel Brasile. La incontrammo in semifinale, il Brasile poi vinse il titolo, io fui nominata miglior giocatrice del torneo. Fu un orgoglio per me non tanto per il premio personale, perché il premio di squadra è quello collettivo, ma se vinci in un torneo con Marta dentro è un orgoglio", dice.
La lingua resta ancora un piccolo ostacolo. "Parlo molto italiano con Julie Debever, che è francese, ma io non parlo francese e lei non parla portoghese (ride, ndr). In squadra è come se ci conoscessimo da sempre, ci troviamo bene in campo e fuori, ci aiutiamo e ci sosteniamo. E' come essere una famiglia. Ci sono momenti in cui mi mancano mia madre, i miei cani, la mia ragazza, ma voglio inseguire i miei sogni e sfruttare questa occasione".
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