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Gattuso: "L'Inter non è morta. Spalletti? Siamo sempre in discussione. Icardi, serve rispetto"

di Federico Rana

Intervenuto nella conferenza stampa alla vigilia del derby di Milano, l'allenatore del Milan Gennaro Gattuso presenta lo stato di forma dei suoi in vista del derby. "Ogni derby ha una storia a sè. Rispetto a quello di 4 mesi fa sarà una partita diversa. Sento dire che siamo favoriti, ma nei derby non ne esistono. Bisogna giocare col cuore, voglio vedere una partita giocata con intelligenza. A San Siro ci sarà il tutto esaurito, sarà il nostro uomo in più. Dobbiamo reagire bene alla loro pressione, all'andata non ci hanno fatto respirare. Serve coraggio, la scorsa partita non mi era piaciuto l'atteggiamento. Domani dobbiamo giocare con la testa libera.

Partita più importante da quando sei al Milan?
"Importante, ma mi preoccupa quello che mi può lasciare se le cose vanno male. Una squadra che ci può far male ma a cui possiamo fare male. Se facciamo bene a livello mentale possiamo prendere molto. Se non va bene dovremo lavorare sulla testa dei giocatori. Il mio gruppo di lavoro è giovane, il mio staff è composto da giovani. Domani avrete le risposte su Biglia. Devo pensare alla mia squadra, non sono dentro lo spogliaotio dell'Inter. Penso solo a quello che succede all'interno del mio gruppo.

Piatek può essere l'uomo decisivo?
"La differenza la fa il collettivo. Ho visto pochi giocatori capaci di vincere le partite da soli, e noi non siamo in condizione per farlo"

All'andata si diceva che la tua panchina fosse a rischio, ora tocca a Spalletti.
"In discussione vanno i risultati. Se fai l'allenatore sei costantemente in discussione. Io penso solo a centrare gli obiettivi. Io non ho mai dato retta a certe voci, ho solo pensato a lavorare. Mai pensato di poter lasciare la squadra".

La situazione attuale è una tua rivincita?
"No, noi dobbiamo continuare a credere di tornare in Champions. Ci sono tante partite, a me non servono rivincite. Non solo io sono stato in discussione. Guarda Allegri: ha vinto a Madrid e tutti si sono mangiati quello che si era detto. Fa parte del lavoro, anche se ogni tanto qualcuno dice qualcosa di negativo. Io mi sento fortunato a fare questo lavoro".

Quale sentimento vedi tra i tuoi giocatori?
"In queste partite bisogna parlare il meno possibile. Da giocatore la sentivo da solo, e mi dava fastidio qualcuno che veniva lì a punzecchiare. E da allenatore la penso allo stesso modo. Si sente un'aria diversa, un po' di nervosismo. Lavoro sul campo, poche urla. La pressione è già tanta".

Parere sul caso Icardi?
"Dico solo una cosa. Per come vedo il calcio io, penso che anche il più forte al mondo deve avere rispetto dei compagni. E nel mio spogliatoio, se vedo mancanze di rispetto posso diventare il peggiore al mondo. Il rispetto è fondamentale: dal giocatore, a chi lo gestisce. A me piace quando ci diciamo le cose in faccia. Quando c'è qualche problema, meglio dirsi tutto e poi lasciarsi tutto alle spalle".

Ora voi sembrate in rampa di lancio, e l'Inter in calo.
"Noi ci siamo passati prima, abbiamo passato le pene dell'inferno. Ed è la nostra forza. Dobbiamo preparare la partita con umiltà, sapendo di cosa abbiamo passato prima di loro".

Ci pensate al secondo posto?
"No no, noi dobbiamo mettercela tutta per arrivare in Champions League. In questo momento il Napoli ha un vantaggio ampio ed una squadra molto forte. Dobbiamo pensare solo al derby, senza mandare la testa in giro a volare troppo alto. Loro sono fortissimi e hanno qualcosa più di noi, da anni è sempre al vertice del campionato e con Ancelotti gestirà ancora meglio i giocatori. L'Europa League non sarà un problema per loro".

Il lavoro di ricucire l'intera rosa in gruppo.
"Non mi sento un sarto, ancora non riesco a finire bene i miei vestiti. Lascio qualche manica più lunga, sbaglio qualche piega. Stiamo migliorando ma ancora non sono un sarto al cento per cento".

Quanto hai lavorato sulla testa di Piatek?
"Io ho fatto poco con il Pistolero. Non parlo nemmeno tantissimo con lui perché è uno che non ama perdersi in chiacchiere. Adesso inizia a sorridere un po' di più, i primi giorni pensavo fosse arrabbiato con me (ride, ndr). È un personaggio al quale piace lavorare, viene al campo anche nei giorni liberi e in questo momento non serve nemmeno parlargli perché sa quello che deve fare. Va bene così".

C'è un momento in cui ha capito di arrivare al derby in questa situazione?
"Non c'è stato. Non dobbiamo dimenticarci l'inizio di campionato, in cui facevamo a portare punti a casa. Abbiamo preso gol per 13 partite di fila. E penso che il fatto di soffrire, di non prendere gol ci ha dato consapevolezza".

Rispetto al derby di andata è tutto un altro Milan. Quanto c'è di Gattuso in questo percorso di crescita?
"Non saprei. Io ho sempre creduto che l'allenatore ci mette il 30-40%, poi serve un buon gruppo di lavoro, una società solida. I ragazzi stanno migliorando giorno dopo giorno. Penso ad oggi che il merito sia del club e dei miei giocatori".

Hai studiato l'Inter nelle ultime settimane?
"Mi dà fastidio sentir parlare di stanchezza, Guardate Juve-Atletico. Bisogna capire se un giocatore è giù di tono a livello fisico o mentale. Tra i miei giocatori ci sono Suso e Paquetà a cui stiamo chiedendo uno sforzo in più, necessario, anche se manca qualcosa a livello tecnico. Secondo me non si tratta di problemi fisici, ma di tutto il lavoro che gli chiediamo".

Come valuta la crescita di Musacchio?
"Molto, ma non credo che il merito difensivo vada dato solo alla retroguardia. Ma lui sbaglia poco anche quando gioca in avanti. Il merito va dato a tutta la squadra, sempre tutti concentrati".

Dopo il diverbio con Meggiorini, ha temuto di venir squalificato per domani sera?
"Devo imparare, se voglio essere un allenatore credibile, a migliorare su questo aspetto. Ho sbagliato, non posso protestare contro i giocatori avversari. Un atleta può dire quello che vuole, ma è meglio che certe considerazioni vengano fatte a fine partita. Giusto che sia stato cacciato, per fortuna non ho detto nulla contro la terna, ma solo contro il giocatore".

Hai sentito Berlusconi in questi giorni?
"No, non l'ho sentito. Rispetto quello che dice, ma sono io che prendo le decisioni".

Il gol di Biglia su calcio piazzato è il primo del Milan in stagione. Può essere un messaggio per i tuoi giocatori?
"Abbiamo segnato poco su calcio piazzato, ma ne abbiamo avuto anche pochi a favore. Il giorno prima della partita proviamo le punizioni, e devo dire che molti giocatori sanno far male. Ma dobbiamo prenderne qualcuna in più".

Spalletti non si è detto preoccupato per domani, perchè "non si farà a botte". Ma il Milan non ha voglia di colpire con rabbia l'avversario?
"Sono d'accordo. E' un incontro di calcio. Bisogna quantificare cosa vuol dire 'rabbia'. Ci vuole calma e lucidità. L'Inter è una squadra capace di farti male in qualsiasi momento. E noi dobbiamo ricordarci la partita di andata".


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