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Marotta insiste: "Qui manca la cultura della sconfitta"

di Alessandro Cavasinni
Fonte: Tuttosport

"Io sono stato per qualche decennio dirigente di squadre meno importanti della Juventus e ho sempre visto la Juventus come una società forte e vincente. Quando uno è forte e vincente subentra la cultura dell’invidia e quindi la vittoria viene denigrata o svilita. Quando uno vince è perché è più forte in tutte le componenti. Purtroppo nel nostro calcio c’è molta cultura dell’invidia e poca cultura della sconfitta". Così Beppe Marotta torna sull'argomento intervistato da Tuttosport

Cos’è la cultura della sconfitta? 
"Quella che ti permette di imparare dalle sconfitte. Invece in Italia, spesso i nostri avversari hanno perso dando la colpa all’arbitro o qualcos’altro. Questa è la cultura dell’alibi. E’ un concetto sbagliato da sradicare, perché toglie responsabilità ai giocatori, alimentando in loro una mentalità perdente". 
 
E poi si verifica un fenomeno strano: l’Inter accusa la Juve di avere aiuti arbitrali, ma poi Ausilio la cita come esempio in una lezione all’Università. De Rossi ammette che «questa Juve è una squadra che ha scritto la storia del calcio». Gattuso parla addirittura di «metodo Juve da seguire come il Vangelo». 
"Se noi in questi sei anni abbiamo fatto quasi cento punti più del Napoli e della Roma e non so quanti più delle milanesi non si può discutere la supremazia chiara e netta. E la supremazia non nasce per caso, ma perché hai qualcosa in più degli altri. Nel nostro caso il modello di cui parlavamo prima". 


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