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Nicola in conferenza: "Abbiamo concesso poco all'Inter, dobbiamo essere più presuntuosi"

di Fabio Costantino
Fonte: dall'inviato a San Siro

Reduce dalla sconfitta contro l'Inter a San Siro, il tecnico del Livorno Davide Nicola si presenta in sala conferenze per rispondere alle domande dei giornalisti presenti, tra cui l'inviato di FcInterNews.it. Ecco le sue dichiarazioni:

Che effetto fa venire a San Siro, giocare meglio e perdere?
"Non so se abbiamo giocato meglio, però abbiamo fatto una partita importante per la nostra crscita. Stasera avevamo in campo con tanti giocatori provenienti dalla serie B. Si può limare, con l'organizzazione, questo gap. Chiaro che tra noi e l'Inter non c'è paragone, però sarei andato volentieri a riposo sullo zero vista l'impostazione della prima parte del match, basata sul pressing e sul contropiede. Avevamo preparato anche una soluzione più offensiva, fatta bene nella ripresa. Non abbiamo creato tantissimo ma abbiamo fatto creare poco all'Inter, unica squadra".

Mbaye ha dimostrato di avere un grande futuro. Secondo lei può essere sfruttato in altre posizioni rispetto all'esterno destro?
"Credo che il suo futuro sia quello di un grande giocatore, in una difesa a tre da difensore centrale. Quando avrà completato la fase di ristrutturazion fisica e acquisito esperienza, sarà quella la sua posizione. Lui ha anche coraggio per spingere ma per fare l'esterno offensivo bisogna interpretare bene le due fasi. Ritengo sia cresciuto molto, i Duncan, Mbaye e Benassi per noi sono un valore aggiunto, all'Inter erano difficili da proporre".

La partita lascia la certezza che il Livorno respira bene il clima della A
"Per noi è stata una crescita importante come prestazione, contro squadre inarrivabili. Però quando concedi poco così all'Inter secondo me ci sono dei valori nell'organizzazione, nella crescita di molti giovani. A me non piace sentirmi dire che non sono queste le partite da vincere, perché bisogna essere consapevoli che si possano sbagliare partite contro avversari meno qualitativi dell'Inter. Dobbiamo competere contro qualsiasi realtà". 

Che dice dell'episodio di Paulinho in area nerazzurra?
"Un'idea me la sono fatta, ma preferisco mantenere il mio profilo, che mi sono costruito. Alla fine si potrebbe parlare obiettivamente, ho detto che il giallo a Paulinho era giusto. Ci poteva stare anche il rigore, poi finisce qua".

Cosa ha detto ai suoi giocatori dopo il fischio finale?
"Ho detto quello che ho dettoa voi, in maniera più stringata. C'era adrenalina, le personalità erano in subbuglio, ma a noi serve. Ho detto che ero orgoglioso della prestazione e avevamo fatto un passo in avanti nella nostra crescita, e che non dovevamo preoccuparci. Bisogna metterci una convinzione che sfoci nella presunzione, non ci sono molte altre armi per competere, così si mette quel qualcosa in più e in certi momenti può pagare".

Il colloquio di fine partita lo fa spesso?
"Ogni comportamento è figlia di un contesto e del gruppo. C'è un preciso motivo che riguarda un approccio psicologico alla crescita, è importante quello che si dice in quel momento per creare un imprinting ai giocatori, aumentare la consapevolezza e la convinzione".

Hai fatto giocare Luci, Schiattarella ed Emerson, tre che se lo sarebbero sognato San Siro. Sei orgoglioso?
"Loro hanno portato qui me, ci sono già venuto da giocatore ma da allenatore è un'altra sensazione. Ed è un ruolo che preferisco. E' difficile far capire a una squadra che viene dalla B che non è scritto che si debba perdere per fora a San Siro. Però bisogna essere più presuntuosi nelle espressioni di gioco. Stasera ci è servito, poi avremo la Juve dopo la sosta, non abbiamo neanche il tempo di prendere una boccata d'aria".

Sembrava che Duncan sentisse troppo la pressione. Perché la sostituito?
"Mai visto nervoso da quando lo conosco, più che nervosismo credo non stesse attuando quello che volevo, poi era stato ammonito e non volevo rischiare. Ha fatto cose buone e meno buone, con i giovani bisogna avere naturalezza anche nelle valutazioni. Bisogna creare l'ambiente giusto per loro".

Preoccupato da Emeghara che non segna più?
"Non lo sono, sono cosciente che questa è la nostra realtà e ci può stare di non avere 5-6 attaccanti da 10 gol all'anno. Ognuno deve fare le sue valutazioni consapevole delle proprie potenzialità, queste sono le nostre Ho letto che Mazzarri per il mercato ha fatto una lista da 8 giocatori, io avrei difficoltà a farne una così lunga per il nostro presidente. Spero di farne una un po' più piccola".
 


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