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Pioli-Lazio, gioie e addio: quanti incroci a San Siro

di Alessandro Cavasinni
Fonte: Gazzetta dello Sport

"Ad eccezione degli ultimi arrivati (stasera tra i titolari i soli Immobile e Wallace) l’intera Lazio è 'figlia' di Pioli. E’ la stessa che il tecnico emiliano 'costringeva' a cantare l’inno del club biancoceleste prima degli allenamenti. E’ la stessa che Pioli arringò al centro del prato dell’Olimpico dopo la beffa della finale di Coppa Italia persa con la Juve ai supplementari. E’ la stessa che lo portò in trionfo dopo il terzo posto conquistato a Napoli. Ma è anche la stessa che (inconsciamente e senza volerlo) lo mollò un po’ alla volta l’anno successivo". La Gazzetta dello Sport torna a sottolineare l'incrocio quasi romanzesco tra l'attuale tecnico dell'Inter e la sua ex squadra. "Tutto cominciò da quella maledetta fascia di capitano affidata a Lucas Biglia, il più fedele tra i suoi fedelissimi. Tanto che Pioli lo porterebbe volentieri con sé all’Inter. Una scelta, quella di affidare la fascia all’argentino, che Pioli pagò (non tanto e non solo per i malumori che suscitarono in Candreva quanto per la spaccatura che provocò nello spogliatoio), ma una scelta che aveva una sua logica. E che infatti Inzaghi non si è minimamente sognato di rivedere. Un capitano vero che stasera, insieme agli altri ex pretoriani di Pioli (come Parolo, per esempio, che l’attuale tecnico interista faceva giocare sempre, anche con una gamba sola) spingerà la squadra biancoceleste a dare un dispiacere all’ex condottiero".


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