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Porto, Conceicao: "Domani non è una sfida tra me e Inzaghi, ma tra due club storici. Mai stato vicino all'Inter"

di Stefano Bertocchi
Fonte: TMW

Sbarcato da poco a Milano con il suo Porto, Sergio Conceicao si presenta nella sala stampa di San Siro per inquadrare la sfida di Champions contro l'Inter di domani sera. 

Che emozione si prova a tornare a San Siro e sfidare Inzaghi?
"La sfida non è tra noi due, ma tra due squadre che hanno tanta storia. Mi fa piacere rivederlo, siamo stati insieme a Roma e abbiamo vinto dei titoli importanti. Adesso facciamo un altro lavoro, più impegnativo ma ugualmente appassionante. Mi aspetto una gara difficile, l'Inter è una squadra con tanti giocatori di valore, un gioco chiaro e variabili interessanti".

Ci sono novità sui giocatori a disposizione?
"Alcuni giocatori che ho chiamato avevano delle lesioni muscolari, ogni ora che passa è importante per il recupero: abbiamo la speranza di averli. Non sono pronti per giocare 90', ma sono venuti comunque con noi in trasferta. Spero che domani avremo buone notizie per una partita da fare con i giocatori che saranno al meglio"

Che squadra è l'Inter?
"Forte, piena di grandissimi giocatori. È abituata ad avere partite di livello alto, gioca in uno dei campionati più competitivi al mondo e negli ultimi tre mesi ha perso soltanto una volta. Conosciamo le loro qualità che hanno, ma anche le nostre. Siamo abituati a certi palcoscenici, siamo un club storico. L'obiettivo è preparare la partita sempre con grande fiducia".

Il Porto è considerato favorito, lo considerava possibile?
"Il Porto è una squadra con grande storia. Simone e Acerbi sono stati influenzati anche da questo, però sì guardando a livello storico dal 2006 il Porto ha un gran numero di titoli nazionali e internazionali. Guardando il livello in generale noi e il Bruges eravamo un gradino più in basso rispetto agli avversari, ma dentro il campo sicuramente proveremo a dare tutto".

Meglio un'Inter con o senza Lukaku?
"Non sono Inzaghi, questa è una bella domanda ma per lui. ha attaccanti fortissimi, sceglierà in base alle sue esigenze. Io ho preferenze per i miei giocatori".

Galeno e Otavio sono infortunati, come mai sono a Milano?
"Stanno recuperando, vediamo come andrà l'allenamento di domani. Stiamo facendo di tutto per vedere alcuni giocatori in campo".

Che emozioni prova a tornare a San Siro?
"L'emozione è sempre grande, sapete l'affetto che ho per l'Italia: mi ha accolto quando avevo 22-23 anni. All'Inter ho giocato un po' meno, mi sono infortunato quando sono arrivato, dopo bellissime stagioni con la Lazio e con il Parma, qui non ho fatto così bene. Ma si parla del passato".

È mai stato vicino ad allenare l'Inter o il Napoli?
"No, mai".

Domani può essere una tattica difendersi e ripartire?
"Se vogliamo passare dobbiamo essere una squadra intensa e viva in tutta la partita. Giocare contro queste squadre è una sfida enorme, è stimolante preparare una partita così. Vogliamo mettere in campo la stessa motivazione a prescindere dall'avversario, cercare le chiavi per vincere partite di questo tipo è entusiasmante. Vogliamo passare il turno, ci sono due partite. Noi prepariamo la gara per avere più chance di passare ai quarti di finale".

Le piacerebbe allenare in Italia?
"Io amo l'Italia, è un Paese meraviglioso. Qui ho imparato dai giocatori e dagli allenatori, chi è umile impara sempre. Dobbiamo avere l'intelligenza di pensare che non sappiamo tutto. L'esperienza in Italia è stata importante, ma non determinante: ognuno ha le sue idee".


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