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Sassuolo, De Zerbi: "Ripartire dopo il coronavirus? Si decida senza pensare al proprio orticello"

di Alessandro Cavasinni
Fonte: Gazzetta dello Sport

Teoricamente, il prossimo avversario dell'Inter in campionato sarà il Sassuolo. Roberto De Zerbi, tecnico dei neroverdi, ha parlato alla Gazzetta dello Sport: "Sono rimasto con la squadra a Sassuolo, sede lavorativa, come da indicazione del club e del governo. Moglie e figli sono a Brescia. La giornata è una lunga videochiamata. E la preoccupazione per i miei genitori, anche a loro a Brescia. Ho amici che hanno avuto dei lutti. Brescia è città orgogliosa, forte, che non ostenta il dolore. Non sono mai stato tanto bresciano come oggi".

Playoff? Europeo? Come ripartire?
"L’importante è che, per una volta, si prendano decisioni senza che ognuno pensi al proprio orticello".

Quando ha capito che la strada giusta era il passaggio al 4-2-3-1?
"A Lecce. E mi spiace che non se siano accorti gli altri. Quella è stata la svolta. Abbiamo giocato benissimo, anche se non abbiamo vinto. Per la prima volta, uno stile forte. Con la nuova disposizione sono riuscito a legare bene le caratteristiche di ciascuno".

Dov’è cresciuto di più il Sassuolo?
"Nella continuità. Qualche giocatore è cresciuto mentalmente. Locatelli, Berardi e Romagna, per esempio. E la continuità ha portato più certezze tattiche".

Pronto per un salto in alto?
"In due anni abbiamo fatto crescere i giocatori, oggi la squadra è forte e ha margini per diventare più forte. Poi bisogna vedere i programmi del club. Dovesse arrivare la proposta di una grande, la considererei e verificherei se ci sono le condizioni per lavorare bene. Sono ambizioso, non arrivista. Pronto? Lo ero già due anni fa. Ma è anche vero che mi diverto molto ad allenare questi giocatori".

De Zerbi, come saremo dopo il coronavirus?
"Uniti e attenti agli altri come sembriamo ora, mi auguro. E grati a chi ha combattuto per darci la libertà che oggi sembra persa. Io sono passionale, non vedo l’ora di tornare ad abbracciare e a stringere le persone che amo".

Cosa non vede l’ora di ritrovare nel calcio?
"Lo stress della partita, la tensione, il mal di pancia. Mi fa stare alla grande. Mi stresso quando non ce l’ho".

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