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Zenga in conferenza: "Quando vengo qui è come se avessi smesso ieri. Ho sempre rispettato i tifosi"

di Redazione FcInterNews.it
Fonte: dall'inviato al Meazza Fabio Costantino

Serata emotivamente impegnativa per Walter Zenga, che è tornato al Meazza da allenatore avversario dell'Inter. L'ex Uomo Ragno, dopo il giro di interviste, si presenta in conferenza stampa per rispondere alle domande dei giornalisti presenti, tra i quali l'inviato di FcInterNews.it: "Tutte le volte che venivo a San Siro ero sempre acclamato. Per me è un affetto che ci sarà sempre, mi onora e mi emoziona il fatto che sembra io abbia smesso di giocare un anno fa. Questo resterà sempre, al di là che io sia allenatore avversario. Io là sopra ci sono stato, ho fatto 22 anni onorando sempre la maglia. E il tifoso dell'Inter lo ha sempre apprezzato. Come Mou? Se viene qua bisogna chiamare l'esercito, ci sarebbe un traffico infinito. Io non volevo andarmene, il nuovo allenatore non mi voleva e il presidente mi ha mandato via. Ma nonostante ciò anche i giovani sanno chi sono, questo ti emoziona, più di trofei vinti. Io ho sempre rispettato i tifosi e mi sono sempre impegnato per questa maglia. Mandragora? Abbiamo giovani molto interessanti, c'è anche Ricci, Nalini, altri stanno crescendo tanto perché hanno voglia di alzare il limite. Solo così puoi proporre cose e far sì che vengano applicate in panchina. Mandragora merita attenzione. Della mia Inter c'erano anche giocatori provenienti dal settore giovanile, era un'epoca differente, c'erano tre stranieri per strada. Ora se ti va bene ci sono tre italiani. Una volta era più facile sviluppare la tua carriera nel club di appartenenza, chi ha giocato sempre nello stesso club è una bandiera, io purtroppo non ce l'ho fatta. Ma sono epoche differenti, non c'è un paragone con oggi. Il Crotone? Spero si salvi, farò di tutto, lavorerò tanto e con tanta passione. Questo club lavora per far sì che l'allenatore possa serenamente sbagliare, ti aiuta anche nelle scelte complicate e ti permette di far meno danni possibili. L'Inter andrà in Champions League. Io in società? Ho apprezzato l'articolo di Condò. Le proprietà oggi cambiano, bisogna capire la mentalità, essere dentro per giudicare. Quando si è fuori è complicato. Intanto c'è Zanetti che non è l'ultimo arrivato. Io devo pensare a me stesso e a far bene il mio lavoro. Io sono abituato a pensare che in campo ci sono due squadre e se una non riesce a fare quello che vuole è merito dell'altra. L'Inter ha trovato difficoltà perché il Crotone ha disputato una partita di spessore, non è facile andare a San Siro e giocare così. Io ho sottolineato che ho onorato la maglia perché è quello che ho fatto, ma non in riferimento agli altri. L'Inter a un certo punto ha subito una flessione naturale, non è facile vincere sempre. Ricostruire una squadra arrivata in una posizione non consona era dura per l'allenatore e l'ha fatto bene, ma non posso esprimermi sulle ultime partite perché ero impegnato sul Crotone. E' difficile dare un giudizio, da tifoso spero che arrivino 8 vittorie di fila".


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