Alen Stevanovic a FcIN.it: "Grazie Mou. Ricordo quell'Inter-Siena..."
Alen Stevanovic è il prototipo del calciatore moderno: dotato di tecnica sopraffina, un sinistro che è una poesia, ma straripante anche dal punto di vista fisico. Alen, serbo nato a Zurigo nel 1991, trequartista, ala destra ma che sa svariare anche sul fronte opposto, è uno di quei giocatori che possono fare impazzire una curva e un intero stadio. A metà tra Inter e Torino – il prossimo giugno i due club dovranno incontrarsi per decidere il futuro di questo ragazzo – Stevanovic è uno di quelli che mette d’accordo un po’ tutti.
Antonio Bartolomucci, giornalista Mediaset, di ritorno da un allenamento dell’Inter di Mourinho disse: “Ragazzi, ho visto un certo Alen Stevanovic oggi: qualcosa di incredibile, fortissimo, un campione, tra 2-3 anni”. Giorgio Parretti, agente Fifa, fu il suo primo procuratore in Italia, poco più di due anni fa ci raccontò la storia di Stevanovic (che potete leggere qui), quando ne parla riporta sempre un clamoroso particolare di quando Alen fece il suo primo provino al Torino: “Ricordo che quando iniziò quella famosa partita che impressionò i dirigenti del Torino gli si ruppe una scarpa da gioco ma lui non disse nulla e continuò a giocare come se nulla fosse successo: incredibile!”. Insomma, un tipo davvero tosto questo Alen Stevanovic, del quale anche noi, di recente, abbiamo raccontato la sua storia. Ma adesso, lasciamo che a parlare sia proprio lui, il nuovo protagonista della rubrica “La meglio gioventù”.
Alen, diventare un calciatore professionista è sempre stato il tuo sogno?
“Sì, fin da bambino la cosa che mi piaceva più era giocare a calcio”.
Ti ricordi come sei arrivato all’Inter?
“Ho fatto un provino nel gennaio 2009: il mister era Vincenzo Esposito, il dirigente era Piero Ausilio (attuale direttore sportivo nerazzurro, ndr). Sono stato lì per qualche giorno, poi si è liberato un posto da extracomunitario e così è cominciato tutto…”.
Come sono stati i primi tempi all’Inter?
“I primi sei mesi ho fatto un po’ di fatica, anche solo per le difficoltà con la nuova lingua. Poi, dall’estate tutto è migliorato e mister Fulvio Pea mi ha preso per mano e sono cresciuto”.
Con chi hai stretto amicizia e con chi hai rapporti oggi?
“Ogni tanto mi sento con Mattia Destro, Joel Obi, Denis Alibec, Jean Mbida e Luca Caldirola. Oltre a loro mi sento spesso con Alfonso Bonitto, il nostro tutor”.
Nel 2009-10 hai fatto benissimo nella Primavera: ti senti di ringraziare qualcuno della società?
“Fulvio Pea, Piero Ausilio e anche Josè Mourinho per l’esordio in serie A”.
Che ricordi hai di quella pazza Inter che riuscì a rimontare il Siena da 2-3 a 4-3 in pochi minuti il 9 gennaio 2010? Quello, poi, è anche stato il giorno del tuo esordio in prima squadra.
“Ho ricordi nitidi e precisi: pioveva a dirotto, facevo riscaldamento nel tunnel, a un certo punto mi chiamò il vice, e io fui sorpreso ed emozionato. Partita emozionantissima!”.
Poi, la tua carriera ti ha visto approdare a Torino: questo è il tuo secondo anno lì, dopo una breve esperienza al Toronto: ci parli di questa tua avventura granata? Qual è il vostro, e il tuo, obiettivo?
“Nel Toro mi trovo molto bene, la società crede in me, qui c’è un gruppo fantastico ed un allenatore con tanta esperienza. A Torino sto bene, è anche un bella città: l’obiettivo mio, e della squadra, è quello di vincere il campionato”.
Cosa ti piace fare nel tempo libero? Torni mai a Milano?
“Gioco alla playstation, sto a casa… Ogni tanto faccio un salto a Milano perché abbiamo poco tempo libero”.
Cosa vedi nel tuo futuro? Vorresti tornare all’Inter?
“Al momento ho in testa solo le sorti di questa squadra granata, come già detto molte volte. In futuro vedremo ed oggi non ci penso”.
Hai avuto modo di parlare con il diesse Ausilio recentemente: cosa ti ha detto?
“Mi ha fatto i complimenti per quello che sto facendo in questa stagione e mi ha spronato a continuare così”.
Il tuo score, fino ad ora, parla di 3 gol e un assist: lo sai che ti mancano 4 reti e mi fai vincere la scommessa con il diesse Petrachi? Se arrivi a quota 7 gol, lui deve farmi avere la tua maglia…
“Ah…! Grazie per la stima, ma davvero non penso ai gol personali, ma all’obiettivo della squadra…”.
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