Belec a FcIN: "J. Cesar un modello. Futuro? Vedremo a giugno, ora..."
Vid Belec, portiere sloveno classe 1990, vincolato all’Inter da un contratto con scadenza nel giugno 2014, fa parte di una piccola ma importante nidiata che contraddice ciò che solitamente, e soprattutto nell’ultimo periodo, si dice del settore giovanile nerazzurro, e cioè che non produce elementi per le prime squadre.
Belec, infatti, già al secondo anno da titolare in Serie B a Crotone, faceva parte della Primavera di mister Vincenzo Esposito che, tra gli altri, vedeva in campo giocatori del calibro di Leonardo Bonucci, Mario Balotelli, Jonathan Biabiany, Rene Krhin, Francesco Bolzoni e Andrea Mei. Belec, vera e propria memoria storica dell’Inter degli ultimi anni, si racconta a FcInterNews.it nella rubrica La meglio gioventù.
Vid, riavvolgiamo il nastro dei ricordi.
“Sono arrivato a Milano nel gennaio del 2007, non ancora maggiorenne: sin da subito, è stato tutto molto bello, escluso i primissimi tempi che sono stati duri perché ero alle prese con una nuova realtà, sia umana che sportiva e con una lingua che scoprivo giorno dopo giorno”.
Da lì a poco arrivò anche Rene Krhin.
“Rene, per me, è come un fratello: ci conosciamo da quasi dieci anni. Eravamo insieme al Maribor e, prima dell’arrivo in Italia, siamo andati anche a scuola insieme”.
Cosa ti ricordi di quei primi tempi?
“Arrivai a Milano con i miei genitori, firmando un contratto triennale: feci 2-3 partite negli Allievi e poi andai ad allenarmi con la Primavera di mister Esposito”.
Che squadra quella Primavera!
“Dici bene. Krhin, Bonucci, Bolzoni, Tornaghi, Balotelli, Biabiany, Siligardi, Mei: ora giochiamo tutti in A o in B e nel 2007/08 vincemmo il campionato e fummo protagonisti di una gran bella cavalcata anche l’anno successivo con la vittoria nel torneo di Viareggio”.
Mister Esposito è stato una figura importante per te.
“Mi ha fatto capire molte cose, dandomi la possibilità di crescere sia da un punto di vista umano che professionale: mi spronava ad essere sempre determinato, ad avere fame sportiva, ad imparare dagli altri e, soprattutto, apprendere presto e bene l’italiano”.
In quegli anni, all’Inter, si cominciava a vincere anche in prima squadra.
“Sì, c’era mister Mancini: non posso dire di averlo conosciuto bene, stavo in Primavera e la prima squadra la vedevo poco ma posso confermare che c’era una bella atmosfera, un bel gruppo che, da lì a poco, avrebbe vinto tutto in Italia”.
Poi, è arrivato un certo Josè Mourinho.
“Mou mi ha convocato spesso in prima squadra, sia ad allenarmi che come quarto portiere”.
Qual era il quartetto di allora?
“Julio Cesar, Toldo, Orlandoni e Belec”.
Orlandoni, da anni, vive il ruolo di terzo portiere nella più assoluta professionalità.
“Ho un grande ricordo di Paolo: grande persona e ottimo professionista. Mi ha dato tanti consigli utili…”.
Chi devi ringraziare all’Inter?
“Pierluigi Casiraghi, che mi ha confermato dopo un periodo di prova e Castagnini che è salito su a Interello per valutare se ero o meno da Inter”.
Veniamo all’oggi: lo scorso anno lasci l’Inter, in prestito, per intraprendere la prima vera esperienza nel calcio professionistico.
“Dalla società mi informano che c’è la possibilità di andare a fare esperienza in serie B a Crotone e, dopo essermi confrontato con il mio agente, accettiamo”.
Come sei arrivato a quella scelta?
“In testa avevo solo un’idea: giocare e fare esperienza, perché è l’unico modo per ritagliarsi uno spazio nel calcio che conta e mettersi in evidenza”.
Parlaci di questa esperienza.
“Lo scorso anno non sono partito titolare: ma dopo poche giornate il primo portiere Emanuele Concetti si fece male ed è toccato a me andare in porta. Qui a Crotone va bene, buona esperienza, formativa, in una piazza calda come solo quelle qui al Sud possono essere”.
Ti sei trovato bene in Calabria che a giungo scorso, quando si è presentata la possibilità di rimanere un altro anno, non hai avuto remore ad accettare.
“Sì, è vero, anche se c’erano le premesse per fare il titolare”.
Chi è il tuo idolo?
“Julio Cesar, da sempre, è il mio punto di riferimento. Però, anche Samir Handanovic mi piace molto: è cresciuto tantissimo, ha fatto e sta facendo tanti progressi, sia a Udine che in Nazionale maggiore”.
Ma le convocazioni per la nazionale maggiore le stai avendo anche tu.
“Ho fatto una presenza con l’Under 21 e poi, negli ultimi mesi, sono stato nella Nazionale A”.
Il torneo di B si annuncia appassionante.
“Il Torino, in questo primo scorcio di torneo, sta dimostrando di avere qualcosa in più delle altre, ma da qui a fine stagione manca ancora tanto. Anche Pescara e Sassuolo si stanno mettendo in evidenza, denotando un buon gruppo e delle buone trame di gioco”.
Mentre il Crotone?
“Dobbiamo raggiungere quanto prima la quota salvezza”.
Quali sono i progetti per il futuro prossimo?
“Riprendermi il posto da titolare a Crotone, dopo essere stato via per un po’ con la Nazionale, e poi a giugno prossimo vedremo cosa succederà: è difficile dire oggi quello che potrà succedere. Ma una cosa è certa: il mio obiettivo è giocare”.
L’Inter ha investito molto su di te.
“Ed è una fiducia che voglio e spero di poter ricambiare quanto prima” .
Ultima considerazione: la colonia di sloveni si sta ritagliando sempre più uno spazio importante qui in Italia.
“Non siamo tanti, ma siamo tutti buoni: e questa cosa ci fa solo onore. Siamo una nazionale piccola ed avere una buona rappresentanza nella Serie A è motivo di vanto”.
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(Si ringrazia, per la disponibilità e la collaborazione, l'addetto stampa dell'F.C. Crotone, Francesco Biafora).