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Face to Face - Savino: "Mi ritrovo in Zanetti. Thohir? Come se la Madonnina..."

di Luca Pessina

Nicola Savino è un conduttore televisivo e radiofonico di grande successo, con la passione per i colori nerazzurri. Sono famosissime le sue imitazioni del capitano Javier Zanetti, con cui ha una grande amicizia. Lo abbiamo sentito nelal rubrica Face to Face per raccontarci il suo rapporto con l'Inter fin dagli inizi, da dove nasce il tifo nerazzurro, per arrivare a Thohir e Mazzarri, Balotelli e la chiusura delle curve (lo stadio è il suo "tempio"). Il tutto passando ovviamente dal rapporto con Zanetti, prossimo al rientro. Ecco le sue parole:

Come nasce il tifo verso i colori nerazzurri?
"Nasce come tutti da bambino. Avevo un campagno di classe che si chiamava Nicola e tifava Inter. Pensavo che tutti quelli col nome Nicola dovessero tifare Inter, una stupidaggine da bambini. E' stata la prima volta allo stadio che mi ha emozionato molto, si è creato il legame con l'Inter, ma soprattutto quello con lo stadio. Mi piace andare a vedere l'Inter dal vivo, è una cosa radicata in me".

Adesso l'argomento stadi è caldissimo. Si parla di razzismo e discriminazione territoriale.
"Sono due concetti diversi. Un conto il razzismo, che va condannato, e un altro lo sfottò territoriale. Ottocento anni fa c'era l'Italia dei comuni e ora la situazione non è diversa. Si parlava di Livorno contro Pisa e tuttora c'è la rivalità tra piccole città della stessa regione. Non puoi impedire che questo accada. Non si può globalizzare lo sfottò. E' vero, all'estero c'è una differente cultura, si va allo stadio soprattutto per tifare a favore. Sarebbe bello si potesse riuscire anche in Italia, ma è impossibile. Per questo è una follia fare quello che stanno facendo. Poi il razzismo è tutt'altra faccenda...".

Che rapporto hai con il capitano Javier Zanetti?
"E' una persona seria che lavora, che non si nota in teoria. I giornali riempiono le pagine di Balotelli e Cassano, dei fuoriclasse genio e sregolatezza. Zanetti è tutto fuorchè quello; rappresenta la normalità, fisico e cuore. Tutt'altra storia, e mi piace molto perché mi ci ritrovo. Ognuno di noi proietta sè stesso in quello che vede, ed è per questo che mi attira Zanetti".

Che idea ti sei fatto della cessione dell'Inter a Thohir?
"Mi dispiace, è come se mi vendessero la Madonnina del Duomo. Non è chiusura mentale o grettezza o essere retrogradi. Io credo che Inter, Milan, Roma e Lazio dovrebbero essere di milanesi e romani, almeno sarebbe bellissimo perché è molto romantico. Purtroppo non è più possibile e bisogna accettare la situazione".

Ti piace l'Inter di Mazzarri?
"Molto, con un po' di fortuna possiamo arrivare in Champions. E' un obiettivo che sembrava insperato nel precampionato. Mi piace anche per la semplicità, ognuno fa quello che deve con grande impegno e dedizione. Campagnaro è un super acquisto a zero. Siccome fa sempre notizia lo sperpero nell'Inter, quando invece facciamo un colpo a parametro zero nessuno dice nulla. Hugo è un faro dell'Inter di Mazzarri. Mi è tornata anche la voglia di andare allo stadio a vedere la partita. Ho sofferto molto l'anno scorso e, per la prima volta, le ultime 3/4 gare di campionato non sono andato a vederle. Era davvero una sofferenza...".


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