Fat&Curious - Una settimana da hit parade: la colonna sonora di inizio 2014
E’ iniziato il 2014 come peggio, forse, non ci si poteva augurare. Nemmeno nell’oroscopo più funesto, probabilmente, si poteva pensare una congiuntura astrale così disastrosa per l’Inter: sconfitta per due volte in due partite disputate, fuori dalla Coppa Italia già agli ottavi di finale, in entrambi i casi penalizzata di due rigori chiari come il sole non assegnati. Se a tutto questo aggiungiamo il quadro di un mercato sin qui desolante, dove vige la regola dell’autofinanziamento ma dove è difficile piazzare altrove i giocatori in esubero e soprattutto trovare valide alternative per sistemare la rosa, un Erick Thohir che prova a farsi sentire ma da troppo lontano, gli enigmi della rosa e il feroce fuoco di fila della critica e il quadro da periodo blu picassiano è completo.
Ci sono abbastanza temi insomma per stilare una hit parade delle problematiche emerse in questo inizio di anno. E qui sarà fatto proprio alla maniera di una classifica musicale: sintetizzando il tutto con dieci titoli, i più gettonati sin qui nel juke-box nerazzurro, per creare una hit list. E allora, ecco a voi la top 10 di questa speciale hit parade.
10 – CALMA E SANGUE FREDDO (Luca Dirisio). Canta: DIEGO MILITO
Il Principe è tornato, evviva il Principe. Dopo i pochi minuti con la Lazio, l’argentino è tornato titolare in Coppa Italia contro l’Udinese. Walter Mazzarri lo ha individuato come nota positiva della grigia serata, ma, come già detto, bisogna stare molto attenti nel volere dare troppe responsabilità ad un giocatore che, per età e infortuni, rischia fortemente di non poter più promettere certe perfomance. Milito ha certamente ancora qualche colpo in canna, ma è importante che li possa gestire nella maniera ideale.
“Cerco di trovare la mia identità, senza chiedere aiuto ma sono lontano…”.
9 – C’E’ CHI DICE NO (Vasco Rossi). Canta: JOSE’ MOURINHO
L’esibizione è andata in scena sabato pomeriggio nel corso della conferenza stampa prima del match contro l’Hull City: José Mourinho ha detto no a Fredy Guarin, che non è interessato a portarlo al Chelsea. Andando contro quanto dichiarato da Piero Ausilio qualche giorno fa, spiegando che questa richiesta era comunque un motivo di vanto per il club nerazzurro in un momento come questo. Dov’è la verità? Semplicemente, nel fatto che ormai anche i sassi sanno che serve autofinanziarsi con qualche cessione se si vuole operare in entrata ma le buone intenzioni si scontrano con una realtà piuttosto dura.
“C’è chi dice qua, c’è chi dice là, io non mi muovo…”.
8 – BALLA BALLA BALLERINO (Lucio Dalla). Canta: LA DIFESA NERAZZURRA
Un calo di rendimento forse imprevedibile nella sua repentinità: dopo un inizio sfavillante, la retroguardia nerazzurra è tornata a palesare delle enormi difficoltà. Non tanto per la somma dei gol subiti, quanto per l’espressione di gioco, per gli errori a tratti da mani nei capelli, per la mancanza crescente di sicurezze. L’assolo, in questo momento, lo firma Andrea Ranocchia: anche se qui andiamo a toccare l’argomento calciomercato, visto che il numero 23 nerazzurro, protagonista di un’involuzione clamorosa sviluppatasi purtroppo su più anni, è finito nell’elenco dei possibili uscenti, lui che nelle intenzioni doveva rappresentare la colonna difensiva interista per molti anni.
“Sono pochi gli anni, forse sono solo giorni, e stan finendo tutti in fretta e in fila, non ce n’è uno che ritorni…”.
7 – MISTERO (Enrico Ruggeri). Canta: MAURO ICARDI
No, in questa sede non vogliamo toccare l’argomento della storia d’amore con contorni da telenovela sudamericana con Wanda Nara, né le presunte performance amorose da maratoneta. Qui ci si concentra maggiormente sul mistero legato al campo: di un giocatore che continua a rappresentare una vera e propria incognita, lui arrivato con l’etichetta di campione del domani con apertura sull’oggi. Attanagliato da una catena di problemi che ne hanno condizionato praticamente tutta la stagione, Maurito è costretto nuovamente ai box e in casa Inter gli interrogativi si fanno pressanti. Riuscirà il ragazzo di Rosario a dimostrare prima o poi di essere un fenomeno anche in campo, e non a parole?
“E batte forte il cuore, anche per lo stupore, di non capire l’orizzonte che colore ha…”.
6 – L’ERRORE (Subsonica). Canta: JAVIER ZANETTI
Magari nelle menti più ciniche sarà balenato questo pensiero: che negli applausi che lo stadio Friuli gli ha riservato al momento della sua uscita dal campo, non ci fosse solo un tributo per l’uomo, il personaggio, il campione; ma anche un tributo per aver consentito a Maicosuel di sciorinare una prestazione come da tempo forse il pubblico friulano non vedeva. Diciamoci la verità: con tutto il bene che si può volere al capitano dell’Inter, ormai il duello con la carta d’identità si sta facendo sempre più logorante. E schierarlo da esterno destro, oltretutto con Wallace lasciato a casa, si è rivelato un autentico suicidio. Il capitano ci mette l’anima come sempre, ma ormai lo deve fare pensando anche a posizione e soprattutto a minuti che può ancora dare.
“E’ forse la prima volta che, così reale e gelido, non puoi più riavvolgere il tempo…”.
5 – VEDO NERO (Zucchero). Cantano: I TIFOSI INTERISTI
Anche se il brano in questione è dedicato a tematiche più ‘gradevoli’ dal punto di vista maschile (quelle, per intenderci, mostrate una volta anche dal giocatore del Borussia Dortmund Marco Reus durante un’esultanza), il vedere nero è un leit motiv tra i sostenitori dell’Inter viste le ultime prestazioni della squadra nerazzurra. Derby a parte, nessuna gioia in oltre un mese; una forma che va sempre più calando, performance che stanno abbattendo i livelli di zuccheri nel sangue dei sostenitori. Insomma, si è finiti in un tunnel, e bisognerà camminare a passo veloce per provarne ad uscire.
“Come disse la marchesa camminando sugli specchi…”.
4 – CHE BRUTTO AFFARE (Jo Chiariello). Canta: ERICK THOHIR
O meglio, è quello che secondo qualcuno starebbe canticchiando, a voce sommessa, il nuovo presidente dell’Inter. Un presidente al quale tutti fino a questo momento stanno rimproverando di tutto: di non essere presente, di non aver capito che l’Inter non può rappresentare un oggetto per i suoi business, soprattutto di non volere, o addirittura di non avere soldi da spendere. La pazienza non è certamente la virtù dei tifosi, specie quando la situazione si fa complicata come in questo momento. Ma bisogna ricordare che in questo momento a Thohir preme in primo luogo provare ad aggiustare quella che è la situazione finanziaria della società da lui rilevata, cosa che non si prospetta fattibile in tempi brevi. E comunque lui per questa squadra freme, soffre ed esulta, come si è potuto anche vedere nel derby. E sa benissimo che serve ancora lavorare molto, ma che è troppo presto per giudicare l’acquisto dell’Inter un brutto affare. (Per la cronaca: Che brutto affare è una canzone scritta da Franco Califano presentata da Jo Chiariello al Festival di Sanremo del 1981).
“Adesso il gioco lo comando io…”.
3 – LA LONTANANZA (Domenico Modugno). Canta: ERICK THOHIR
Quello che in un certo qual modo intrappola Erick Thohir, e lo mette anche un po’ sulla graticola, è il suo essere lontano da Milano, il non poter toccare con mano situazione, sensazioni e umori. Forse non è la situazione ideale per poter gestire questo momento davvero delicato, ma il tycoon indonesiano non ha messo in secondo piano la sua nuova creatura. E per quel che può, prova a farsi sentire: di sicuro i contatti con Massimo Moratti e con Marco Fassone sono continui, e la situazione resta monitorata. E anche attraverso Inter Channel, ieri, ha usato una vetrina per fare chiarezza anche coi tifosi. Thohir tornerà in Italia a fine gennaio per fare il punto; la sua presenza fisica non sarà costante, questo lo ha chiarito sin dalle prime battute, ma i pensieri per l’Inter, quelli sì.
“La lontananza sai è come il vento, spegne i fuochi piccoli accende quelli grandi…”.
2 – IN EQUILIBRIO (Ilaria Porceddu). Canta: LA SQUADRA
Perché ormai così conviene stare a tutti i giocatori dell’Inter, specie quando ci si ritrova dentro l’area avversaria. Un intero girone di andata, in attesa della gara di domani sera contro il Chievo, senza un rigore a favore; e tutto questo nonostante gli episodi anche clamorosi non siano mancati. Francamente troppo da digerire, al di là di quelle che possono essere state le prestazioni in campo. La società, attraverso Marco Fassone, si è mossa in tal senso, in silenzio, ma con decisione; perché è difficile stare così tanto in equilibrio come l’artista del circo cantato dalla brava cantante sarda uscita da X Factor nell’ultimo Sanremo (il ritornello nella lingua della sua regione è emozionante).
“Tutta questa vita, fatta a camminare, sopra lunghe e vecchie cicatrici…”.
E, in vetta alla nostra hit parade, signore e signori, troviamo:
1 – THRIFT SHOP (Macklemore feat. Ryan Lewis). Cantano: MARCO BRANCA feat. PIERO AUSILIO
‘Thrift shop’, letteralmente ‘negozio dell’usato’. Allargando il concetto, il mercato di gennaio, dove è difficile spostare grossi nomi, quelli che fanno la differenza, e allora si cerca l’occasione, il colpo da fare con pochi soldi scegliendo tra i giocatori che fino a questo momento non trovano spazio nelle loro squadre. L’occasione può anche essere trovata, la storia, lo insegna; ma francamente, la disponibilità economica attuale impedisce quasi tutti i movimenti. Si prova a chiudere per D’Ambrosio già ora, ma il Toro tentenna ancora di fronte alle contropartite (per un affare da 2 milioni o giù di lì). Mentre le uscite, ora più che mai cruciali, sono più sulla carta che sui fatti. E allora, si aspetta ancora, consci che comunque qualcosa bisogna fare perché anche l’allenatore ha lanciato dei segnali in tal senso.
“I’m gunna pop some tags, only got $20 in my pocket…”.
BONUS TRACK – BANDIERA BIANCA (Franco Battiato). Canta: CHI NON E’ INTERISTA
Vorrebbero che lo cantasse chi ha il nerazzurro nel cuore, tra titoloni sui giornali non digeriti e sfottò continui quanto banali. Un fuoco incrociato al quale il tifo interista deve compattarsi e resistere, senza dare troppe soddisfazioni a chi li vorrebbe sull’orlo della resa. Ora più che mai, l’invito è quello a stringere i denti e non mollare; come diceva Eduardo, “add’a passà ‘a nuttata…”.
“Quante squallide figure che attraversano il paese…”.