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The Polemic One - Babbo Natale di tacco, la Befana deve pareggiare. Nuovi belati

di Alessandro Cavasinni

Un altro anno di Inter se ne va e con esso un sacco di delusioni. Un'Inter diversa da quella abituale: ridimensionata, regredita, impacciata, declassata. Da qualunque lato la si guardi, la squadra nerazzurra ha poco a che spartire con la storia leggendaria del club, da sempre ai vertici del calcio italiano ed europeo. I tempi che cambiano, così come cambiano anche le dirigenze e i giocatori. Mazzarri sta provando a fare il massimo con una rosa che, complice anche l'assenza di Diego Milito, non può considerarsi competitiva per i massimi livelli.

Cosa si pretendeva di più? Solamente due sconfitte, peraltro onorevoli, e un cammino tutto sommato regolare. Questa è l'Inter di oggi, senza infamia e senza lode. Ma sbaglia chi afferma che non è cambiato nulla con l'avvento di Erick Thohir. Immobile sul mercato? Almeno fatelo cominciare, il mercato. Poi si giudicherà l'operato suo e di tutto il management. Per il momento, non scordiamo che l'indonesiano ha ripianato (sta ripianando) i debiti, grossi, che c'erano. Qualcosa come 250 milioni per stare sereni: spiccioli, insomma.

A differenza delle ultimissime stagioni, quindi, si venderà per comprare e non per tappare falle delle casse societarie: un bel passo avanti, no? Qualcuno non lo vede: pace e bene fratelli, ma state sereni e non v'avvelenate con le propagande “anti” che vanno tanto di moda. Leggete tutto, ma credete a poco. Specie se si parla di mercato.

L'Inter di oggi è questa. Si poteva fare meglio? Certo, lo sanno tutti anche ad Appiano Gentile. Ma si poteva con più facilità anche fare molto peggio. La vittoria del derby ha poi fatto capire che il gruppo c'è, confermando che – a differenza di quanto viene detto un giorno sì e l'altro pure – lo spogliatoio è unito e non ci sono clan. E toglietevi dalla testa le titolarità preferenziali: se c'è un allenatore che non fa sconti a nessuno, che si chiami Cambiasso, Zanetti, Topolino o Batman, questo è Walter Mazzarri.

Per cui, basta con facili banalità e soliti luoghi comuni. Basta con giudizi preventivi e preconcetti abusati. E se proprio siete ossessionati dalla sindrome del gregge, che almeno si rinnovi il repertorio dei belati.

L'anno se ne va. Speriamo si porti via tante schifezze e ci restituisca un Milito in forma. Sotto l'albero di Natale abbiamo scartato il tacco di Palacio e sarebbe piacevole che la Befana pareggiasse i conti con quell'omone grasso e barbuto.


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