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The Polemic One - Caro Rafa, e ora come la mettiamo? Rudi Garcia, esempio vero

di Alessandro Cavasinni

Mi duole enormemente, ma devo ammettere che mi ero sbagliato su Rafa Benitez. Lo consideravo un ottimo tecnico, tra i migliori. Lo avevo ammirato a Valencia, poi a Liverpool. Pensavo davvero potesse arrivare a toccare cime altissime e ripetere le imprese compiute con spagnoli e inglesi. E invece no.
Prima delusione all'Inter: approccio strampalato, fine ingloriosa. Certo, il primo errore fu commesso da chi decise di investire su di lui per il post-Triplete e anche i giocatori ci misero del loro per mandare di traverso al tecnico iberico l'esperienza milanese. Ma Benitez non mostrò la malleabilità e l'intelligenza nei rapporti che ci si aspettava.
Tralasciando i mesi al Chelsea, eccoci al Napoli. Tanti i soldi spesi sul mercato e gli addetti ai lavori pronosticano gli azzurri come la vera antagonista della Juventus. Di fatto, il Napoli resterà in lotta scudetto fino al ko dell'Olimpico. In Champions, la corsa finisce con la sconfitta di Dortmund: girone duro, sulla carta di ferro. Col senno di poi, però, l'Arsenal ha mostrato i soliti difetti e il Borussia non si è confermato lo stesso della passata stagione. Sicuri non si potesse fare meglio? L'eliminazione dall'Europa League, poi, grida vendetta: il Porto ha da poco cambiato tecnico, non sono certo i Dragões dei tempi d'oro. Eppure seccati lo stesso: com'era la storia del budget tirata fuori a piacimento?
Il terzo posto, almeno, pare blindato. Blindato più dai problemi di Inter e Fiorentina che dall'effettiva competitività dei partenopei. Aspettiamo la fine della stagione, resta una finale di Tim Cup da giocare. Ma non siamo certi che Aurelio De Laurentiis avesse in mente questo tipo di stagione.

All'opposto di Benitez, c'è Rudi Garcia. Uno che non si nasconde mai, parla in faccia, schietto. Mai banale, mai ruffiano: l'ex allenatore del Lille è una ventata di freschezza per il calcio italiano, in tutti i sensi. Tanto davanti ai microfoni, quanto in campo. Il suo calcio sa essere pragmatico quasi sempre e spettacolare all'occorrenza. Nulla è lasciato al caso, tutti i giocatori sono coinvolti di testa e di gambe nel suo progetto. Un uomo di cultura prestato allo sport e che ama il calcio: cosa ci può essere di meglio? Potrebbe sembrare presuntuoso, ma le presunzioni vere sono altre. Carisma innato, non imposto: lui del budget se ne sbatte e va avanti con quello che ha. Idee originali, come far convivere Strootman e De Rossi in una mediana a tre oppure piazzare Florenzi nel tridente per riequilibrare le avanzate di Maicon e le genialità di Pjanic.

Rafa e Rudi. Che qualcuno impari.


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