The Polemic One - Gli applausi di Kakà, quelli di Wes e la negligenza di Ricky
Tra Napoli e Milan c'è di mezzo... l'arbitro. Eh già, perché adesso sale la curiosità di vedere quale sarà il direttore di gara designato da Braschi per il derby di domenica sera. Dopo gli ennesimi errori macroscopici di Tagliavento (sempre in una direzione, sia chiaro), non sarà certo facile per il fischietto decretato dal designatore arbitrare Inter-Milan
Se ne sono sentite tante in questi giorni circa gli episodi più o meno eclatanti che hanno fatto riemergere malumori mai sopiti nella dirigenza nerazzurra verso una classe arbitrale mai tenera quando si tratta di gestire le partite con l'Inter protagonista. E' sbottato, seppure in maniera soffocata, Walter Mazzarri. E' sbottato con maggiore veemenza Esteban Cambiasso.
C'è chi parla di Tagliavento ligio al regolamento, chi di interpretazioni sbagliate. Detto che durante la partita il metro di giudizio non è stato conforme, ecco episodio per episodio cosa dice il regolamento.
1 - Il tocco di Alvarez su Mertens è da ammonizione?
NEGLIGENZA, IMPRUDENZA, VIGORIA SPROPORZIONATA
“Negligenza” significa che il calciatore ha mostrato una mancanza di attenzione o considerazione nell’effettuare un contrasto o che ha agito senza precauzione.
• Non c’è bisogno di sanzione disciplinare se un fallo è valutato come commesso con negligenza.
“Imprudenza” significa che il calciatore ha agito con totale noncuranza del pericolo o delle conseguenze per l’avversario.
• Un calciatore che gioca in una maniera imprudente deve essere ammonito.
Con “vigoria sproporzionata” si intende che il calciatore ha ecceduto di molto nell’uso della forza necessaria, correndo il pericolo di provocare un infortunio all’avversario.
• Un calciatore che usa vigoria sproporzionata deve essere espulso.
Appare evidente come, nell'occasione di specie, Alvarez tenti di recuperare il pallone, ma finisca per inciampare sul piede dell'avversario. Fallo che quindi va catalogato sotto la voce “Negligenza” e non “Imprudenza”, visto che non si nota affatto una “ totale noncuranza del pericolo o delle conseguenze per l’avversario”. Niente giallo, a termini di regolamento.
2 - Il tocco col braccio di Alvarez sul passaggio di Inler è da ammonizione?
TOCCARE IL PALLONE CON LE MANI
Il fallo di mano implica un contatto volontario tra il pallone e la mano o il braccio di un calciatore. Per stabilire la volontarietà, l’arbitro deve prendere in considerazione i seguenti criteri:
• il movimento della mano in direzione del pallone (non del pallone in direzione della mano);
• la distanza tra l’avversario e il pallone (pallone inaspettato);
• la posizione della mano, che non implica necessariamente che ci sia un’infrazione;
• il toccare il pallone con un oggetto tenuto nella mano (come indumenti, parastinchi ecc.) è considerato come un’infrazione alla stregua di un fallo di mano;
• il colpire il pallone lanciando un oggetto (scarpa, parastinchi ecc.) è da considerarsi un’infrazione alla stregua di un fallo di mano.
Sanzioni disciplinari
Un calciatore che tocca volontariamente il pallone con la mano deve essere ammonito per comportamento antisportivo se ad esempio:
• tocca il pallone volontariamente con la mano per impedire ad un avversario di entrarne in possesso;
• tenta di segnare una rete toccando volontariamente il pallone con la mano.
Rivedendo il replay – ma anche a velocità normale – si capisce come Alvarez cerchi proprio di evitare il contatto con il pallone, ritraendo a sé entrambe (ENTRAMBE) le braccia per aderirle ai fianchi e occupare meno spazio possibile. Dove sarebbe la volontarietà? Come specifica il regolamento, bisogna tener presente la vicinanza con l'avversario e il movimento della mano in direzione del pallone e non del pallone in direzione della mano. Cristallino. O, come amano ripetere in molti, “a termini di regolamento”. Di fatto, su due cartellini ricevuti, non ce n'era manco mezzo.
Ma non finisce qui, perché un'altra dimostrazione di mancanza di uniformità di giudizio arriva grazie a Milan-Roma. Kakà commette fallo su Dodò e viene ammonito. Il rossonero non ci sta e applaude platealmente l'arbitro. Rocchi, che nel 2009-2010 aveva espulso Sneijder proprio in un derby e proprio per un applauso, cosa fa stavolta? Biecamente, finge di non vedere.
MOSTRARE DISSENSO CON PAROLE O AZIONI
Un calciatore che manifesta dissenso protestando (verbalmente o non) contro una decisione dell’arbitro deve essere ammonito.
Si evince che dissentire con parole o azioni (quindi anche applaudire ironicamente) costa il giallo. Da qui si evidenzia il doppio errore di Rocchi: l'arbitro sbagliò nel 2010 ad espellere Sneijder e ha sbagliato lunedì a non ammonire Kakà (già ammonito, sarebbe stato espulso). Tutto, ovviamente, a termini di regolamento. Ma quello vero.