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The Polemic One - Musichetta e Dna: una farsa. La campagna elettorale è finita

di Alessandro Cavasinni

Altro giro, altra sberla. Capiamo il tentativo di dare un senso a una e più stagioni fallimentari, ma alla fine la polvere nascosta sotto il divano riaffiora e le bugie saltan fuori. Perché la realtà nuda e cruda, almeno in Europa, la spiattella il campo in maniera crudele, senza tanti giri di parole. Dopo la firma di Diego Costa al Meazza, in molti si erano attaccati al buon primo tempo del Milan per innescare nel popolo pallonaro il velleitario desiderio di superare l'Atletico Madrid. Necessità di marketing, oltreché di abitudine. E allora giù con la tiritera solita: ''Si vedrà il Dna europeo'', ''Quando ascoltano quella musichetta si trasformano'', ''Notti di coppa, quelle dove il blasone rifiorisce'', ''Il club più titolato al mondo'', ''La squadra italiana che ha la striscia più lunga di partecipazioni alla Champions''. Insomma, più che sport sembra politica, con slogan lanciati come fosse campagna elettorale. Solo che nel calcio europeo, a differenza di altri campi, non c'è nessuno da poter convincere quando poi devi fare i conti con un avversario ad armi pari.

Ed è così che arrivano 4 schiaffoni belli pesanti, e fuori agli ottavi di finale. Esattamente come avvenuto in 5 delle ultime 7 edizioni. Dopo il successo nel 2006-07, infatti, i rossoneri hanno collezionato figuracce in serie. Nel 2007-08 ko con l'Arsenal agli ottavi: 0-0 all'Emirates e 0-2 in casa; nel 2008-09 niente Champions; nel 2009-10 ko con lo United agli ottavi con doppia sconfitta: 2-3 al Meazza e 0-4 a Old Trafford; nella stagione successiva, 2010-11, altra eliminazione agli ottavi per mano di un'inglese: il Tottenham vince di misura a Milano e poi fa 0-0 al White Hart Lane; nel 2011-12 si arriva ai quarti, dove il Barcellona passa dopo lo 0-0 di San Siro e il 3-1 del Camp Nou; l'anno scorso stop ancora dal Barça, ma stavolta agli ottavi: 2-0 in casa che illude, poi rovescio 0-4 in Catalogna. Infine, martedì sera, è stata la volta di Simeone vestire i panni del boia.

Insomma, sono ben 7 anni ormai che nel Milan non si scorge più traccia di tutto quello che viene detto a sproposito a riguardo di una strapotenza in campo internazionale. Anzi, quasi sempre i rossoneri sono stati eliminati in maniera netta e a tratti umiliante. Vista la pressoché certa non partecipazione alla Champions League del prossimo anno, diverranno quindi 8 le stagioni con i rossoneri in ombra in campo europeo.

Ah, non tiriamo in ballo la totalità del calcio italiano. Il Napoli è uscito davvero ''a testa alta'', dimostrando che i club di vertice della Serie A, se ben indirizzati, possono competere eccome con le prime del Vecchio Continente. La stessa Juventus ha pagato prestazioni non all'altezza con avversari inferiori (e l'ultima sfida col Galatasaray grida ancora vendetta per quel terreno di gioco infame...), ma nel doppio confronto col Real Madrid ha dato prova di forza, carattere e qualità. Quindi, no: l'eliminazione, anzi, le eliminazioni del Milan non sono lo specchio del calcio nostrano.

Nel corso degli ultimi 7 anni, per chi non ha occhi foderati, ce n'è abbastanza per mettere a tacere le cantilene ricorrenti. La campagna elettorale è finita.


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