The Polemic One - Tra stelle e illegalità Agnelli, ormai non ci resta che piangere
''Metteremo le tre stelle sulla maglia quando qualcuno potrà permettersi di metterne due. Giusto per rimarcare la differenza tra noi e gli altri. La terza stella non ci sarà: per noi gli scudetti sono 32, anche se la contabilità ufficiale dice 30''. Queste le parole di un tifoso juventino mentre discuteva sul calar della sera in uno dei peggiori bar di... Ah, no? Come dite? Queste parole le ha pronunciate Andrea Agnelli? Il presidente dei campioni d'Italia? Proprio colui che dovrebbe più di tutti nel suo club rispettare le istituzioni che sorregge e di cui fa parte?
La mente umana fa l'abitudine alle più incredibili aberrazioni, lo abbiamo ripetuto spesso in questi mesi. L'uomo è un animale che sa adattarsi, sa sopravvivere, ma non per questo sa sempre progredire. E allora ci ritroviamo in condizioni in cui si punta l'indice verso ultrà che si atteggiano a boss, ma non ci stupiamo di presidenti che sputano su quelle regole che loro stessi accettano nel momento dell'iscrizione.
Una deriva che parte dall'alto, e non il contrario. Una decadenza morale e culturale che permea ogni ambiente del nostro quotidiano. E così Agnelli può permettersi, in un colpo solo, di rinnegare la giustizia, di dare un calcio alle sentenze, di spernacchiare il lavoro degli altri e di imporre, seduta stante, la sua idea. Senza che nessuno dei gestori del mondo pallonaro italiano dicesse una sola parola in difesa della legalità e del rispetto che si deve alle norme e alle istituzioni.
Come possiamo poi pretendere che i tifosi esprimano del cordoglio sincero verso le vittime della squadra rivale? Come possiamo mai ritenere possibile che le curve non siano popolate da beceri individui collusi con la delinquenza organizzata? Come potremmo mai immaginare un calcio migliore e più sano se attorno a questo mondo continuano imperterriti a vivacchiare personaggi di dubbia integrità morale e non solo?
A proposito di aritmetica, di conti, di stelle e di 29 + 1 che fa 32 (!), ricordo come due spettacolari Benigni e Troisi si chiedevano: ''Ma 9 per 9 farà 81?''. Il film era “Non ci resta che piangere”. Appunto.