Vita da Monella - Da Udine a Hugo: l'Inter sa sempre come complicarsi la vita
Ottobre, mese storicamente terribile per Walter Mazzarri e le sue squadre, è finalmente concluso. Novembre si è aperto con ben altri auspici, con una vittoria sul campo di un'Udinese che nelle ultime stagioni aveva spesso regalato delusioni e risultati negativi. L'Inter di Udine è stata un'Inter praticamente perfetta, aiutata da un'Udinese che, di contro, da tempo non avevamo visto così in disarmo. Eppure parliamo sempre della squadra che per poco non fermava anche la capolista Roma, una squadra che da anni raggiunge piazzamenti importanti e che è ormai una solida realtà del nostro campionato. Insomma, va bene il giochino tanto caro a una parte della stampa e della tifoseria di ridimensionare i meriti propri esaltando i demeriti altrui, ma un 3-0 perentorio in trasferta non può essere spiegato solamente con un black out avversario.
Fortuna che l'Inter è riuscita ugualmente a rovinarsi una settimana che doveva essere tranquilla, tirando fuori dal più classico dei cilindri magici il caso Campagnaro. Un malessere che la società nerazzurra deve aver covato a lungo prima di lasciarlo esplodere in un comunicato stampa in risposta ad alcune dichiarazioni rilasciate dal ct dell'Argentina Alejandro Sabella, che aveva ribadito come il calciatore stesse benissimo e non giocasse per pura scelta tecnica. La vicenda legata al centrale argentino è davvero grottesca e non può non disturbare club e tifosi, che nel mese in cui non hanno potuto godere delle prestazioni del giocatore hanno imbarcato gol a grappoli e perso per strada punti importanti.
La realtà è che non sembra esserci una spiegazione logica per questa convocazione. Parliamo di un giocatore che non scende in campo da 40 giorni, che non sembra rischiare concretamente la propria presenza al Mondiale e che tra l'altro ha già dimostrato nell'ultima convocazione tutte le proprie qualità. Parliamo di una convocazione per due gare amichevoli (anche quelle con Perù e Uruguay erano poco più di questo, visto che l'albiceleste è già ampiamente qualificata ai Mondiali), il cui risultato non è dunque influente. L'Inter ha dunque tutto il diritto di far valere le proprie ragioni e a maggior ragione dovrebbe averlo se il giocatore, dopo aver saltato un mese e mezzo di campionato (non è stato convocato nemmeno per il match contro il Livorno di questa sera) dovesse incredibilmente giocare con la Nazionale.
Walter Mazzarri, nel caso specifico, ha confermato ancora una volta la sua grande coerenza. Fedelissimo sì, ma non a scatola chiusa. Se non sei disposto a dare il massimo per la squadra in cui giochi, quella che ti versa praticamente tutto il tuo stipendio mensile, allora non meriti di scendere in campo. Meglio dare spazio a chi il proprio impegno non lo ha mai lesinato, a un Samuel che si è sbattuto mesi per tornare a giocare dopo infortuni e problemi vari o a un Rolando, che arrivato in sordina si sta lentamente meritando lo spazio che gli è stato concesso. Insomma, ancora una volta la formazione nerazzurra non è riuscita a vivere una settimana completamente serena, ma la compattezza va recuperata subito. Già a partire da stasera, quando contro il Livorno l'Inter avrà la possibilità di restare attaccata al quarto posto, di rosicchiare qualche punto sulle squadre al terzo e soprattutto di chiudere al meglio prima della sosta. Prima dell'arrivo a Milano di Erick Thohir, annunciato per il 14 novembre.