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Vita da Monella - Per Kovacic il meglio deve ancora venire. Ma quando?

di Alessandra Stefanelli

La vittoria contro il Sassuolo, pur non esaltante sul piano del gioco e delle occasioni create, ha restituito un po' di ottimismo. Se non altro, sono arrivati i tre punti, anche se le difficoltà sono le solite: poca, pochissima incisività in zona gol, attaccanti a secco ormai da troppo tempo e, di conseguenza, rischio di prendere gol alla prima occasione avversaria. La rete vincente è arrivata da Walter Samuel, che va ad aggiungersi alla folta lista di difensori goleador in questa travagliata stagione. Un gol di cattiveria, d'esperienza, un segnale da leader ai tanti giovani che stanno ancora aspettando il loro momento. Un gol propiziato dal calcio d'angolo di Hernanes, che sembra aver mostrato all'Inter di nuovo la via per far male sui calci da fermo.

La vittoria contro il Sassuolo ha fatto certamente bene al morale. Per i tre punti in sé, per la porta inviolata, per il carattere. San Siro ha contestato Marco Branca, da qualche giorno non più direttore tecnico dell'Inter, e ha punzecchiato qualche scelta discutibile della vecchia dirigenza, ma si è poi anche stretto attorno a una squadra che mai come adesso ha bisogno della vicinanza della propria tifoseria. E stasera è già tempo di un nuovo esame, contro una delle realtà più belle del nostro campionato, quella Fiorentina che sta facendo bene a dispetto di un attacco falcidiato dagli infortuni pesantissimi di Mario Gomez - fuori praticamente da tutta la stagione - e Giuseppe Rossi. Un ulteriore, ennesimo branco di prova, la gara che potrebbe rilanciare entusiasmo e ambizioni o condannare l'Inter a una stagione di completo anonimato.

Non sarà la partita di Mateo Kovacic. Il talentino croato, alle prese con un taglio rimediato in allenamento, non è stato convocato in via precauzionale da Walter Mazzarri. In questa stagione il pupillo di Andrea Stramaccioni sta faticando non poco a trovare il proprio posto nel mondo, essenzialmente per problemi legati a una difficile collocazione tattica. Nemmeno i dubbi legati all'impiego di Hernanes potranno favorirlo. I continui cambi di ruolo lo disorientano e non ne aiutano la crescita, lui ci mette del suo con qualche distrazione e leggerezza di troppo. Per lui il meglio deve ancora venire. Ma non si sa quando. 


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