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A Kiev senza il rispetto della legge... di Murphy

di Fabio Costantino

Sono ancora vive negli occhi dei tifosi dell'Inter le immagini del rocambolesco finale di Kiev, che ha consentito alla squadra nerazzurra di ottenere il primo posto in classifica nel girone F e guardare con maggiore ottimismo il prosieguo della Champions League. Non solo, al di là dei numeri la vittoria contro la Dinamo ha sfatato un tabù tradotto in numeri da 8 partite consecutive senza vittorie per i nerazzuri in Europa, bilancio che ha fatto avanzare le più creative ipotesi sulla causa della mancanza di continuità oltre i confini nazionali da parte della squadra di Mourinho. L'Inter sembrava infatti vittima della famigerata legge di Murphy: se le cose devono andare male, lo faranno nel modo più rovinoso. E' successo a Manchester contro lo United nel match di ritorno lo scorso anno, quando due pali impedirono all'Inter di trovare quel gol che avrebbe potuto cambiare la sua storia europea in casa dei campioni in carica. Il trend si è ripetuto poi contro il Rubin Kazan, quando nel momento migliore dei nerazzurri, sull'1-1, è arrivata l'espulsione di Balotelli che ha alterato gli equilibri tecnici in campo.

Poi la Dinamo Kiev, a San Siro dopo aver raggiunto il pareggio, sulla rampa di lancio per il possibile sorpasso, ecco l'autorete impietosa di Lucio a far ripiombare il buoi, quindi nel finale l'errore clamoroso di Suazo che avrebbe dato il 3-2 ai nerazzurri. Ultimo atto, al Lobanovsky, la rete di Shevchenko al primo tiro in porta degli ucraini, sporcato tra l'altro da Cambiasso, e la serie quasi infinita di occasioni da gol gettate al vento. Il tutto, fino all'uno-due di Milito e Sneijder che sfata anche il temibile tabù Murphy...


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