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Abodi: "Decreto Crescita, dobbiamo riflettere. Nuovi stadi, interverremo sulla norma: iter estenuante"

di Redazione FcInterNews.it

Lunga intervista per il Ministro dello Sport, Andrea Abodi, al Corriere dello Sport. Tantissimi gli argomenti toccati.

Giustizia sportiva.
"Giustizia sportiva e ordinaria devono trovare un equilibrio e una riforma è necessaria perché così non si può andare avanti. I club professionistici sono imprese per legge, ma pur sempre imprese sportive e le regole vanno coniugate. Ne sto parlando con il collega ministro Nordio. Il caso Juve cosa ci insegna? Che la credibilità e la reputazione dipendono dal rispetto delle regole, dalla certezza della pena, dalla cancellazione delle deroghe, dalla qualità e dalle tempistiche della giustizia sportiva. In questa fattispecie ho avvertito un sostanziale silenzio delle istituzioni sportive nello spiegare cosa stava accadendo".

Il futuro del calcio italiano.
"Dopo il successo degli Europei 2021, lo scorso anno siamo usciti ancora una volta dai Mondiali per due rigori. Il fallimento non è solo tecnico. Siamo freschi campioni d’Europa U19, vicecampioni del mondo U20, ma non ci qualifichiamo da quattro edizioni alle Olimpiadi con l’U21. Per altri versi, le tre finali europee di Inter, Roma e Fiorentina e le cinque squadre nelle varie semifinali sono un risultato straordinario. C’è però un evidente e preoccupante rallentamento del processo di crescita dei giovani, c’è poca fiducia nei loro confronti e poco coraggio nel lanciarli".

Decreto Crescita.
"Abbiamo fatto una norma per far rientrare i “cervelli” italiani e la usiamo per far entrare i giocatori stranieri. È arrivato il momento di analizzare i numeri, di confrontarci con la Federazione e, principalmente, con la Lega Serie A per trarre le opportune conclusioni sulla sua efficacia e utilità. Così come interverremo sulla definizione del 5% dei diritti tv da destinare alla valorizzazione dei giovani".

Il prodotto calcio e il modello inglese.
"Credo manchi un po’ di cura del prodotto. La nuova legge sul contrasto alla pirateria audiovisiva certamente è un contributo positivo. Sull’estero, in particolare, mi auguro che la Lega abbia voglia di rischiare e intraprendere. I campi di gioco inglesi sono più verdi, gli stadi sono più nuovi e più pieni, c’è meno esasperazione, non si vede violenza, ci sono più bambini sugli spalti. È questa la ragione del suo valore".

L'Arabia Saudita nel mercato.
"Lo spazio che avete dedicato nei giorni scorsi allo sviluppo del calcio - e non solo - in Arabia Saudita devono comunque spingerci a svegliarci. Dobbiamo recuperare competitività, sapendo che non potremo metterla sul piano delle risorse finanziarie".

Nuovi stadi.
"Dobbiamo avere l’orizzonte della dignità, non dell’appuntamento. Ma il 2032 è oggettivamente la scadenza migliore per noi: abbiamo 9 anni di tempo. Per resta il fatto che dobbiamo trovare un senso logico nell’affrontare il problema. Oggi succede che una parte dello Stato dica “per riqualificare gli stadi non ci sono soldi pubblici”, poi un privato cerca di farlo più o meno da solo e sempre lo Stato dica “non si può fare” o rende l’iter amministrativo estenuante. Così l’investitore non capisce, perde fiducia e, poi, si arrende. E ci perdiamo tutti. Abbiamo appena approvato un decreto per alleggerire ulteriormente l’iter amministrativo della cosiddetta “legge stadi”, ma ci vuole un patto tra Stato e privati".


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