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Abodi: "Troppi stranieri in Serie A? Problema culturale. Il Governo non vuole interferire nel nostro calcio"

di Egle Patanè

Ennesimo tentativo dell'Italia di rivoluzionare il mondo calcio e dopo l'uscita un po' eccessivamente prematura dall'Europeo, arrivata agli ottavi di finale per mano della Svizzera, il processo di rinnovamento può partire e lo fa dal Decreto Sport che sta iniziando in questi giorni il suo iter legislativo. Decreto che però, come ricorda Calcioefinanza.com, aveva "fatto alzare la tensione nei confronti della FIGC e che ha messo in allarme UEFA e FIFA" e che il ministro dello Sport Andrea Abodi commenta così a La Stampa: "Si trattava di una lettera (quella inviata da EUFA e FIFA alla FIGC, ndr) superata ampiamente dagli eventi, a partire dalla riformulazione dell’emendamento, dei quali l’UEFA era stata messa al corrente. A Berlino ho avuto un confronto franco e pacato con il presidente Aleksander Ceferin: mi ha espresso le sue criticità, gli ho spiegato il nostro punto di vista. Si è trattato di un incontro utile. Interferire nel calcio nazionale? Non scherziamo, vogliamo solo dare una risposta di sistema. Ho ripreso in mano i lavori fatti dai governi che si sono succeduti negli ultimi 20 anni: colori politici diversi, indagini approfondite e sempre volte a dare un indirizzo di insieme all’intero movimento. Noi ci inseriamo in questo contesto, ma vogliamo produrre effetti positivi e in tempi brevi. Non c’è più tempo per il 'Gattopardo'".

Sul futuro del calcio italiano dopo l’eliminazione da EURO 2024:
"Mi sembra che la prima mossa sia stata indire le elezioni per il 4 novembre: per riflessione intendevo ben altro. L’emendamento Mulè? È stato approvato dopo una sua significativa riformulazione che ha, di fatto, messo a tacere gli oppositori: stabilire, nell’autonomia della FIGC, che alla Lega di Serie A siano riconosciuti un peso politico e una rappresentanza superiori all’attuale 12% e ai tre membri all’interno del consiglio federale è affermare un criterio di equità e buonsenso. Se ne parla da tre lustri, discutendo, senza approdo, di un riconoscimento a chi contribuisce al benessere del resto del sistema con 130 milioni di euro all’anno di mutualità, versando allo Stato 1,2 miliardi di tasse, delle quali un terzo tornano allo sport attraverso il finanziamento pubblico".

Sulle elezioni federali:
"Il presidente della Federcalcio Gravina ha detto che c’è tempo fino a 60 giorni prima per tirare le somme, ma, come dicevo, al primo Consiglio federale dopo l’eliminazione agli ottavi di finale ad EURO 2024 mi sarei aspettato al centro del campo altre questioni, altri contenuti e anche una diversa modalità di confronto. Se la ripartenza del calcio è questa, non ci siamo…".

Rispunta il tema dello ius soli sportivo: 
"È un tema che va affrontato, anche se io non ritengo prioritarie le implicazioni agonistiche. Lo sport è inclusione. Troppi stranieri? Il problema è culturale: per far crescere i giovani nel modo migliore e individuare i talenti sono necessarie competenza, lungimiranza e coraggio da parte di dirigenti e allenatori. Impariamo dai migliori esempi europei e riprendiamo a investire sulla scuola italiana. Noi metteremo a disposizione nuovi strumenti per incentivarla e valorizzarla".


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