Addio a Joaquín Peiró, il bomber rivoluzionario che fece Grande l'Inter
Se n'è andato quest'oggi, nella sua Madrid, dove nacque il 29 gennaio 1936. Joaquín Peiró, scomparso all'età di 84 anni, ha fatto Grande l'Inter insieme a tanti altri. Il suo nome occupa il nono posto, nella storica filastrocca da chiedere ad ogni tifoso nerazzurro di cui si sospetta una perdita di memoria ("Sarti, Burgnich, Facchetti...") e che i sostenitori della Beneamata pronunciavano con orgoglio negli Anni '60. In molti, ancora oggi. Peiró è stato uno dei migliori centravanti della storia dell'Internazionale: sia per alcune reti decisive che per aver portato in Italia una nuova concezione del ruolo di "centravanti". Lo spagnolo - vecchia gloria di Real Murcia, Atlético Madrid, Torino e Roma - è stato una boa d'attacco: un ottimo gregario che, grazie ai suoi movimenti, consentiva l'inserimento degli esterni (Jair e Facchetti su tutti), oltre che dei centrocampisti (e delegare i compiti della conclusione a gente come Corso, Mazzola e Suarez è stato per lui un onore non da poco). Ha vestito la maglia interista dal 1964 al '66: fu allenato dal Mago Helenio Herrera già ai Mondiali cileni. Indossò la maglia numero 12, di una Spagna che vantava la presenza di tutti i fuoriclasse del miglior Real Madrid di tutti i tempi: era presente, nel '62', tra le fila delle Furie Rosse anche Ferenc Puskás, naturalizzato in epoca franchista. Segnò perfino un gol, in quella Coppa del mondo: la sua rete decise l'1-0 iberico contro il Messico, e furono quelli - clamorosamente - gli unici due punti portati a casa dalla Nazionale di Herrera nella manifestazione.
La carriera nerazzurra di Peiró, del resto, fu fortemente influenzata dal fatto che il regolamento del campionato all'epoca consentisse la presenza in campo di soli due calciatori stranieri. E nell'Inter del Mago erano davvero insostituibili Suarez e Jair: talvolta il brasiliano restava in panchina, con Domenghini che si abbassava nel ruolo di ala destra. In Coppa dei Campioni, invece, tantissime soddisfazioni: titolare nella finale contro il Benfica disputata a San Siro nel '65, riuscì - nello stesso anno e sullo stesso manto erboso - a rivelarsi protagonista di una meravigliosa marcatura rimasta nella storia. Nel 3-0 interista contro il Liverpool, datato 12 maggio 1965, Peiró siglò la seconda rete portando via il pallone al portiere avversario, mentre quest'ultimo faceva rimbalzare la sfera, sbucandogli alle spalle e segnando con soli due tocchi. In tribuna stampa, Nicolò Carosio si lasciò andare ad un grido di stupefazione. Così scandito: "Beeeeelllllloooooo...... Rrrrrrrete!!! Stupendo!". Ed è con queste parole che vogliamo salutare (e ringraziare, per ciò che ha dato all'Internazionale) Joaquín Peiró.