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Almiento, univ. Sda Bocconi: "Senza stadio di proprietà, Inter e Milan partono ad handicap"

di Christian Liotta

Piero Almiento, direttore del corso Sda Bocconi Sport Marketing e Sponsorship, analizza il ruolo di Milano città nell'ambito calcistico, a prescindere dal progetto Super League per l'edizione milanese de La Repubblica: "Milano, coerentemente con il suo posizionamento di grande sviluppo in Europa che ritornerà dopo la pandemia, abbia due società competitive nei più alti campionati. I tifosi — aggiunge — e gli appassionati non sono legati solo alla propria squadra ma anche alla competizione in sé, bisognerebbe però fare un’indagine per capire come verrebbe accolta la Superlega tra gli appassionati". Sempre a proposito del progetto ormai abortito, Almiento aggiunge: "La Super League è un esempio dello scontro che si sta avendo tra due modelli diversi della Sport industry: quello degli Stati Uniti e quello europeo. Nel primo la logica è quella di massimizzazione del profitto utilizzando anche strumenti di marketing, da noi invece valgono anche aspetti sociologici, demografici, di diritto. L’importante però — aggiunge il docente — è non limitarsi a prendere solo la parte di modello dell’Nba che riguarda i ricavi, ma anche quella che limita i costi introducendo il salary cup (il tetto ai salari, ndr)".

Il fattore importante rimane quello dello stadio di proprietà: "Questo provocherebbe una spaccatura: anche tra le squadre blasonate ci sarebbero importanti differenze di budget che determinerebbero quali possono ambire al successo della competizione. Inter e Milan ogni anno iniziano con handicap contro le squadre che hanno uno stadio di proprietà. E l’eventuale aumento dei ricavi dovuto a un auspicabile sviluppo del marketing management non basterebbe a colmare il divario: devono essere aggiunti ricavi che non sono solo legati all’evento sportivo, ma ad attività diverse che vivono tutta la settimana, come negozi, ristoranti, centri di medicina sportiva, musei". 


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