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Altafini: "VAR? Non mi va giù la gestione del fuorigioco, propongo le foto come nell'ippica"

di Milano Redazione FcInterNews.it

Intervistato da La Stampa, l'ex calciatore José Altafini analizza alcuni temi del calcio moderno, dai cambi fino al VAR: "Chi subentra ha l’opportunità di capire in che direzione sta andando la gara, come poter mettere in difficoltà gli avversari dopo averli studiati. Non è solo una questione di freschezza, fondamentale è saper leggere la partita".

Molti allenatori sostengono di non voler più fare distinzioni tra titolari e riserve. È davvero così?
"Magari qualcuno lo pensa sinceramente. Io però credo che ci siano dei giocatori che non andrebbero mai sostituiti se non per infortunio, mi riferisco a quei centravanti che magari non toccano un pallone per 89 minuti e poi gli basta un lampo per cambiare una partita. Penso a centravanti come Lukaku e Vlahovic. Lo diceva pure Leonidas, una leggenda del calcio brasiliano, quando da commentatore parlava anche di me".

Oggi le sostituzioni sono diventate cinque. Troppe?
"Non lo so, forse ora è giusto così considerando quante partite si giocano e i pochi giorni a disposizione per rifiatare. Una volta bastavano un portiere, un difensore e un attaccante in panchina, ora ci sono quindici giocatori. Diciamo che sono altri i fattori che proprio non mi vanno giù del calcio moderno".

Per esempio?
"La gestione del Var, soprattutto a proposito del fuorigioco. Come si fa a pensare che un tacchetto o una mano possano far scattare il fuorigioco? Il vantaggio per chi attacca c’è solo se tutto il corpo è davanti all’ultimo difensore, si dovrebbe fare la foto come nell’ippica se proprio si vuole ricorrere alla tecnologia. Poi serve chiarezza, una volta non si parlava di posizione passiva o attiva, con un giocatore oltre la linea era sempre fuorigioco. Ed era tutto più chiaro".


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