Amelia: "Lavorare con Mourinho come un corso di Coverciano. Vittorie con Porto, Inter, Roma: significa una cosa"
Intervistato da Goal Italia, l'ex portiere Marco Amelia è tornato sulla chiamata di José Mourinho al Chelsea nel 2015: "È stato sorprendente perché io avevo deciso di seguire il percorso con la Lupa Castelli Romani, che era un club che io aiutavo a gestire e che aveva vinto un campionato di Serie D ed era in C: tra l’altro ho dovuto tesserarmi per giocare le partite di Coppa Italia perché i portieri non erano disponibili. Poi all’ultima giornata di mercato avevo fatto la rescissione e arrivò la chiamata di José: andai a Londra, feci una serie di allenamenti per far capire che stessi bene e firmai un contratto facendo un’esperienza incredibile. Lavorare con Mourinho è valso quanto un corso di Coverciano, e l’altro corso di Coverciano c’è stato quando è subentrato Guus Hiddink. In un anno ho lavorato con entrambi: Hiddink è uno di quegli allenatori che mi ha spinto a lasciare, nonostante l’età, per andare a Coverciano a fare i corsi per diventare allenatore".
Sull'esperienza con il tecnico portoghese alla guida dei Blues: "Con Mourinho ho imparato tantissimo, ma a 360 gradi: come allenatore, come gestione mediatica, come rapporto con la città in cui vai a lavorare. Parliamo di un allenatore che ha vinto in piazze in cui non si vinceva da tempo: Porto, o Inter, ma anche Roma, in cui ha cambiato totalmente la mentalità. Vuol dire che ci sono delle qualità che contano più del calcio stesso: perché a certi livelli cosa vogliamo insegnare ai campioni? Bisogna solo imparare a gestirli".