Analisi Guardian: "Thohir investe in Italia, e fa bene: violenza e corruzione, i mali del calcio indonesiano"
Sulla versione on-line del celebre quotidiano britannico The Guardian appare un interessante pezzo legato ad Erick Thohir e alla sua fresca acquisizione coi suoi soci del pacchetto di maggioranza dell'Inter. Sottolineando come questa decisione di investire in Italia abbia suscitato un po' di sorpresa in Indonesia, sua terra natale. Lui che ama più che altro il basket, che in patria ama farsi vedere più alle partite del Satria Buda di pallacanestro che del Persib Bandung di calcio, che vede più il calcio come semplice business.
In realtà, l'articolo è un'analisi per certi versi spietata della situazione del calcio indonesiano, che, si legge, non è mai stato nulla di puro e semplice, ma, sin dalla creazione del primo stadio di calcio avvenuta nel 1962, un territorio dove corruzione e clientelismo la fanno da padroni, anche e soprattutto all'interno della stessa Federcalcio locale. I problemi interni, come ha sottolineato anche il portavoce della PSSI Rudolf Yesayas, non mancano: a partire dagli episodi di violenza negli stadi, culminati nel 2012 con l'uccisione di tre tifosi durante la sfida tra Persija Jakarta e Persib Bandung, passando per le accuse di corruzione e le successive condanne che hanno coinvolto l'ex presidente federale Nurdin Halid, che, si legge, "anche dal carcere ha ricoperto quella carica fino alla definitiva deposizione del 2011, anche se la sua eredità continua a esistere e alcuni dei suoi sostenitori sono tornati a ricoprire posizioni di vertice".
Nemmeno i calciatori locali se la passano bene. Si legge: "Bambang Pamungkas, attaccante locale che ha dichiarato a marzo che il calcio del paese stava morendo, ha contribuito a formare un sindacato giocatori nel 2012, sostenendo che il 60% dei suoi colleghi professionisti hanno affrontato questioni di mora, mentre una relazione sul Times ha sostenuto che l'importo totale di emolumenti ancora da versare ai giocatori è superiore ai 6 milioni di dollari". La speranza è legata ai ragazzi delle giovanili, "ma buona parte dei 70 milioni di ragazzi sotto i 14 anni ancora lamentano l'assenza anche di una parte del sistema di sviluppo dei giovani che in Corea del Sud danno per scontato".
In conclusione, si legge ancora, "Si dice che se controlli il calcio, sei sulla buona strada per controllare l'Indonesia. Nessuno ha delle prove evidenti su chi controlla cosa al momento, ma nessuno può davvero fare una colpa a Thohir e a tutti coloro che decideranno di spendere i loro soldi all'estero".