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Ancelotti su Inter-Napoli e i buu a Koulibaly: "Era triste e arrabbiato, gli dissi che avremmo cambiato le cose"

di Daniele Alfieri

Mentre numerosi calciatori di Premier League si sono uniti alla campagna antirazzista 'Black Lives Matter' indossando una maglia che ricorda lo slogan della protesta e inginocchiandosi in memoria dell'uccisione a Minneapolis dell'afroamericano George Floyd, Carlo Ancelotti, tecnico dell'Everton, è tornato dalle pagine del Guardian sugli ululati dei tifosi dell'Inter nei confronti del difensore del Napoli Kalidou Koulibaly nella sfida disputata il 26 dicembre 2018, con Ancelotti sulla panchina degli azzurri: "Il calcio ha un ruolo importante da svolgere nell'educare la gente. Milioni di persone seguono i calciatori, guardano ciò che fanno e ascoltano ciò che dicono. Gli dissi che eravamo al suo fianco, che tutti stavamo con lui. Che avremmo combattuto insieme a lui, che non era giusto che affrontasse quella situazione e che avremmo fatto in modo che le cose cambiassero. Kalidou ha un carattere forte e in quel momento era arrabbiato ed anche triste. Non era una cosa nuova per lui e questo lo fece sentire ancora più deluso. Provava rabbia e tristezza. Siamo nel 2020 e queste cose non possono accadere. Chiedemmo all'arbitro di interrompere la partita per tre volte. Parlammo con il quarto uomo ma non ci diedero ascolto. A quel tempo le regole e il protocollo non erano molto chiari. Poi la stampa spinse su questo tema e le regole sulla sospensione delle partite sono cambiate. Un fatto del genere non è accaduto più. Koulibaly non ha più ricevuto simili offese. Se sfidi le persone, se le pressi e le fai riflettere, allora le cose possono cambiare".

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