Anche la Serie A mugugna contro il Governo. E c'è chi tra i presidenti vuole lo sciopero
Non solo il numero uno del Coni Giovanni Malagò: anche la Lega Serie A esprime fortissima preoccupazione nei confronti dell'esecutivo di Giuseppe Conte. La spiegazione è fornita da Fulvio Bianchi de La Repubblica per 'SpyCalcio': "Il divieto di pubblicità per i giochi e scommesse, voluto da Luigi Di Maio, che crea enormi problemi ai club. La percentuale variabile (dal 5 al 10 per cento, circa 10-20 milioni) sui biglietti da destinarsi alla gestione dell'ordine pubblico (la vuole Salvini, difficile torni indietro) e infine la decisione di Giancarlo Giorgetti di destinare il 10 per cento dei diritti tv (circa 120 milioni) a chi utilizza giovani calciatori, ragazzi cresciuti nel vivaio dei club. Ma il governo non può intervenire sul minutaggio, riguarda l'autonomia tecnico-sportiva: decidono gli allenatori chi mandare in campo ed è la Lega che ha la titolarità di organizzare il campionato. Il sottosegretario, che di recente ha ricevuto Gaetano Micciché, Beppe Marotta e Claudio Lotito a Palazzo Chigi, si è detto disponibile a discutere. Ma pare proprio che non ci siano margini di manovra, anche perché ci sono di mezzo sia Di Maio che Matteo Salvini. Non è affatto escluso quindi che la Lega maggiore in futuro decida di prendere posizioni molto forti. Qualche presidente vorrebbe addirittura scioperare contro il governo: e qui si tratta di imprenditori importanti, che hanno un certo peso nel Paese. A Micciché il compito di risolvere questa grana".