Bagnoli: "Inter in crescita. Thohir? Moratti è Moratti"
Nell'edizione odierna di Tuttosport troviamo una lunga intervista a Osvaldo Bagnoli, tecnico capace di vincere uno storico Scudetto alla guida dell'Hellas Verona nella stagione 1984/85. All'ex allenatore è stato chiesto un commento sull'Inter di Walter Mazzarri in vista della sfida di sabato a San Siro:
Bagnoli, si sarebbe aspettato di vedere il Verona davanti all’Inter dopo otto giornate? "Penso che chiunque, al posto mio, direbbe di essere sorpreso. Qui a Verona ci aspettavamo di fare bene, ma onestamente non di essere al quarto posto. Credo che neanche lo stesso presidente Setti o il tecnico Mandorlini immaginassero di partire così. Siamo tutti entusiasti, chissà... potremo definirci da qui in avanti una matricola terribile".
E l’Inter?
"Dà l’impressione di essere cresciuta rispetto all’anno scorso. Si vede una squadra diversa, che evolve, migliora di partita in partita. In certi giocatori ci sono ottime qualità, alcuni avranno bisogno di più tempo per ambientarsi in un ambiente complicato come quello nerazzurro, ma io penso che questa Inter non deluderà i tifosi".
Mazzarri è l’allenatore giusto per rilanciare l’Inter dopo due stagioni negative?
"Le qualità di Mazzarri si conoscono da tempo, quello che ha fatto a Napoli è consultabile da tutti. La sua storia parla da sé, ma l’Inter è una cosa diversa ed è difficile dire oggi se riuscirà o meno a riportarla in alto. Ripeto, vedo una squadra in crescita, ma non so dove potrà arrivare".
Ma secondo lei i nerazzurri possono competere per un posto in Champions?
"Quest’anno è una bella lotta. Io oltre al Verona seguo con curiosità da anni la Roma perché stravedo per Totti e in questo momento la classifica premia i giallorossi: giocano bene, hanno qualità e dopo 8 vittorie di fila non possono più nascondersi. Poi c’è la Juve, sempre fortissima, e il Napoli che si sta confermando. Reputo la Fiorentina una piacevole sorpresa: ai viola va fatto un complimento particolare per aver creduto in Rossi dopo due anni pieni di infortuni. L’unica delusione, ad oggi, è il Milan, ma i rossoneri risaliranno".
A sentirla servirà un’impresa a Mazzarri per centrare il podio...
"Guardi, io da sempre preferisco non giudicare troppo gli allenatori. Dico sempre che la differenza la fa la società".
A proposito: come valuta la decisione di Moratti di cedere l’Inter a un indonesiano?
"È un bel punto di domanda. Con tutto il rispetto per Thohir e chi lo accompagnerà, ma per noi italiani Moratti era ed è Moratti. Bisognerà vedere cosa faranno questi nuovi proprietari: chi sono? Quali intenzioni avranno? Per vincere serve una società forte, quindi... Poi viene il gruppo nello spogliatoio".
E il gruppo del Verona è di quelli vincenti come il suo?
"Alt, non facciamo paragoni. Bisogna stare con i piedi per terra: pensiamo ad arrivare in fretta ai 40 punti e poi si vedrà. Ma se nel calcio si comincia a dire e fare, ecco che nascono i problemi".
Cosa le piace di questo Verona?
"La squadra gioca bene, anche se mancano delle pedine come i difensori centrali titolari. Significa che c’è un lavoro fatto bene alle spalle. Inoltre ci sono giovani interessanti e anziani che hanno ancora da dire la loro".
Come Toni.
"È stato preso proprio per aiutare i giovani, per trasmettere una certa mentalità. Mi dicono che oltre a essere un ottimo calciatore, sia una persona con principi importanti".
Jorginho piace a mezza Europa.
"Per noi non è una sorpresa. O meglio, in serie B sapevamo quanto valeva, ma nessuno si aspettava questo impatto in serie A. Il ragazzo ha grandi qualità, ma aspettiamo a pomparlo troppo".
Quanti meriti ha Mandorlini?
"Come ho detto, non mi piace parlare dei miei colleghi. Dico solo che ha preso questa squadra in serie C quando stava retrocedendo e in due anni e mezzo l’ha portata in serie A. Bravo lui e la società: Setti è una persona seria".
Bagnoli, come finisce Inter-Verona?
"Quando allenavo dicevo sempre al mio avversario prima della partita: 'Che vinca il migliore'"