Balotelli, la sua maestra e Il Piccolo Principe
Fonte: Corriere dello Sport
Chi meglio della sua maestra potrebbe spiegare davvero cosa c’è nella testa di Mario Balotelli in questo periodo difficile? Intervistata dal Corriere dello Sport, Tiziana Gatti ha parlato della sua esperienza con il piccolo Mario, prima che diventasse un campione del pallone: “La prima volta che l’ho visto era un cucciolo, con occhi profondi in cui si leggeva solitudine. Solo dopo si aprì e mi raccontò dei suoi genitori naturali, che lo avevano trattato male. La famiglia Balotelli lo ha seguito in tutto, gli ha dato amore. Veniva a scuola assieme al papà, anche in bicicletta. In classe si disegnava colorato di rosa per essere uguale agli altri, temeva di non esserlo. Aveva paura di non essere accettato dai compagni, i bambini a volte non si aiutano tra loro. Era iperattivo, bisognava stargli dietro, ma non ci riuscivo.
Pochi, inoltre, riuscivano a prenderlo dal lato buono, a me è riuscito quando abbiamo letto insieme “Il Piccolo Principe””. Anche da piccolo Balotelli correva e non si fermava mai, una dote che a Tiziano non passò inosservata: “Pensavo avesse un talento unico, gli dissi che sarebbe diventato un campione, ma lui non ci credeva e mi fissava con occhi impauriti. Poi, quando leggemmo il romanzo, mischiandolo ai romanzi di Pennac e ai quadri di un pittore francese, tirammo su uno spettacolo molto divertente, ruotava attorno all’essere addomesticati, come il piccolo principe addomesticava la volpe. Mario voleva socializzare, avere amici, ma aveva paura di non essere accettato, che lo riportassero dalla sua famiglia originaria, ma io lo rassicuravo. Alla fine della 5^ fece un quadretto con un’incisione, in cui mi diceva che non mi avrebbe mai dimenticata”.