"Battere Milan e Juve in 4 giorni non ha prezzo"
Fonte: Gianluca Rossi - Tmw
Battere nel giro di quattro giorni tra campionato e Coppa Italia il Milan 10 contro 11 e la Juventus non ha prezzo. Eppure temevo molto questa partita dopo le libagioni post-derby e l'eliminazione dalla Coppa mi avrebbe dato fastidio. Il trofeo della coccarda tricolore merita rispetto ed ogni buon interista non dovrebbe mai scordare che l'attuale raffica di successi nerazzurri nasce proprio dalla Coppa Italia 2005. In effetti l'approccio alla gara non è stato dei migliori e non a caso ci si è trovati sotto dopo nemmeno dieci minuti per l'incredibile 'didata' di Francesco Toldo, che si è fatto passare un tiretto di Diego sotto le mani e tra le gambe. D'altronde, il clima in avvio era quello che mi aspettavo con l'Inter al piccolo trotto e il pubblico più attento a gustarsi gli striscioni ironici "Ferrara non si tocca" e "Non spariamo sulla croce rossa" che a concentrarsi sulla partita. Per non parlare dei cori "Vincerete il tricolor" e "Resterete in Serie A", a fotografare l'incredibile involuzione delle ambizioni bianconere. In realtà la Juve mantiene l'orgoglio del grande club a cui oggi unisce la forza della disperazione. Così per tutto il primo tempo, l'Inter non è riuscita a pigiare sull'acceleratore, malgrado una formazione quasi titolare, con le eccezioni Materazzi e Toldo, decisivo appunto per il vantaggio della Juve.
Dopo qualche spreco di troppo, tra Balotelli e Maicon, l'Inter ha reclamato in chiusura di tempo per un tocco di mano volontario e clamoroso di Felipe Melo, ignorato dall'arbitro Damato. E' stato forse l'episodio che, insieme alla prevedibile strigliata di Mourinho all'intervallo, ha svegliato l'Inter, capace di ribaltare la gara nella ripresa. Un solo rischio su un colpo di testa di Chiellini rimbalzato sul palo esterno, prima della punizione poco prima della mezz'ora del solito Sneijder deviata da De Ceglie in barriera e corretta in rete da Lucio. Poi, con Milito spedito in campo da Mourinho, ecco l'assedio con il bombardamento su Buffon fino al gol nel finale di Balotelli, dopo un tiro di Thiago Motta non trattenuto dal portiere juventino. Quasi una nemesi: proprio SuperMario, da mesi bersaglio da beceri cori, ha firmato la qualificazione con il quarto centro personale alla Juventus. Ora, impegni più prestigiosi permettendo, vorrei che l'Inter arrivasse in fondo a questa Coppa Italia: sulle maglie la coccarda unita al tricolore è veramente chic! Nel dopopartita mi ha colpito la grande dignità di Ciro Ferrara, che da tempo è stato vergognosamente delegittimato in di un sostituto traghettatore, finalmente individuato in Alberto Zaccheroni, in arrivo domani. Dopo Milan e Inter, Zac completa la sua carriera di tecnico con un trittico riuscito prima solo a Giovanni Trapattoni. Mourinho gli ha dedicato ancora una volta parole d'affetto e non sbaglia quando ricorda che dal suo arrivo in Italia, solo un anno e mezzo fa, solo quattro panchine non sono saltate in serie A. Questo dovrebbe far riflettere quegli insopportabili rivoluzionari da strapazzo che si agitano nelle tifoserie di ogni club, Inter compresa, pronti a chiedere la testa dell'allenatore di turno al primo risultato negativo. Ma grazie a dio, il ruolo di certi tifosi è solo quello di starsene seduti in poltrona. In ogni caso applaudo anche la Juventus, perché in campo ha dato tutto quel che poteva e, sportivamente, le auguro di tornare prima possibile a riappropriarsi del ruolo di 'anti-Inter'.