"Benitez deve vincere il derby anche per sé"
Fonte: Gianluca Rossi per Gianlucarossi.it
"Sapete qual è il vero miracolo dell'avvio di stagione dell'Inter? Quello di essere ancora a tre punti dalla vetta con tutto quello che sta capitando!
L'1-1 di Lecce propone, tra i vari malanni dell'Inter, pure la pareggite, visto che per la terza volta nelle ultime quattro gare l'Inter si è divisa la posta con l'avversario di turno. Primo tempo bruttino e non poteva essere altrimenti con la maggioranza di riserve nell'undici-base. L'errore di sottoporta di Pandev in avvio resta però grave. Nella ripresa si è visto qualcosa di meglio, almeno due titolari in più: Milito, subentrato a Pandev, e poco dopo anche Stankovic, che ha rimpiazzato Biabiany. Solo stati loro a confezionare l'azione più bella della partita, con Milito che in area leccese si è girato centrando il palo. El Principe è tornato comunque al gol ad un quarto d'ora dalla fine con un bell'inserimento a capitalizzare il solito grande lavoro di Eto'. Dedica speciale a Walter Samuel dopo aver mostrato la sua maglietta e un'altra con il messaggio: "Forza cabeza, la banda te espera" ovvero "Forza testone, la banda ti aspetta".
Dopo nemmeno tre minuti però, ecco la frittatona su un corner di Giacomazzi: Castellazzi in versione gatto di marmo ha solo osservato lo stacco vincente di Olivera. Nel finale poco da segnalare anche per l'arbitro Valeri, con l'Inter che ha chiuso in apnea e con un colpo di testa di Stankovic a lato.
I problemi sono sotto gli occhi di tutti e non sarà facile risolverli, anche perché prima di credere che Julio Cesar e Cambiasso saranno pronti per il derby, voglio vederli in campo. A Lecce ha brillato solo Obi, gli altri hanno vivacchiato più o meno tutti sull'ordinaria amministrazione e di questi tempi non basta. Santon è stato bravo in appoggio, ma insicuro in chiusura, mentre Stankovic e Milito non sono ancora in grado di aiutare davvero Eto'o. E allora? E allora, proprio come amava ripetere Stankovic nei momenti difficili di tanti anni fa, o si piange tutti o si corre tutti. E al momento meglio la seconda. Per la prima di solito i tifosi di buon senso aspettano almeno primavera, ma si sa che c'è chi lo sta già facendo da quest'estate. Al derby l'Inter arriva a pezzi e col guaio di non poterlo considerare nemmeno, parlo di società più che di tifoseria, una questione cruciale, perché al momento le proprietà di campo sono altre: Inter-Twente che, il prossimo 24 novembre a San Siro, può qualificare i nerazzurri alla seconda fase della Champions League e, soprattutto, il Mondiale per Club negli Emirati Arabi Uniti. Manca un mese ed il count-down verso l'evento è già cominciato.
Il derby resta comunque sempre il derby, una partitissima che io non vorrei perdere nemmeno a calcio-balilla: il policlinico Inter ora deve stringere i denti, ricordando i risultati da oltre due anni a questa parte e dimenticando i 33 infortuni, tutto compreso, dall'inizio della stagione, con alcune ricadute, tra cui quelle di Thiago Motta e di Cambiasso.
In dettaglio ci sono infatti pure 18 infortuni muscolari con 7 bicipiti femorali. Troppi e, malauguratamente, tutti insieme.
Tra le cose più interessanti di questo avvio di stagione, visto che in campionato non è si è percorso neppure un terzo di strada, c'è che l'Inter è ancora ad un tiro di schioppo dalla vetta, anche se la vittoria in extremis del Napoli a Cagliari dopo il pareggio di Lecce l'ha fatta scivolare al quarto posto. Ma nel prossimo turno di campionato si incrociano tutte le prime sei della classe: milanesi e romane, Juventus e Napoli. In linea teorica sono tutte in corsa per vincere lo scudetto, poiché in linea pratica sono tutte e sei in un fazzoletto di cinque punti: solo un anno fa la Roma di questi tempi era in ritardo di ben 14 punti dalla vetta, occupata dall'Inter. E i giallorossi hanno poi lottato per lo scudetto fino all'ultimo istante del torneo. Ora nel vuoto di potere nerazzurro si sono infilati tutti, non solo il Milan. Quello di domenica sera, che per la statistica, è il numero 275, prima ancora che il derby dell'Inter è il derby di Rafa Benitez.
Diciamoci la verità, il tecnico spagnolo stenta ad entrare nelle grazie dei tifosi interisti. Uso un eufemismo perché di norma non considero i talebani del tifo, che l'hanno già ucciso a fine agosto. Benitez è già partito male per il solo fatto di essere il successore di Mourinho, uno che solo pochi mesi fa qui ha scritto storia e leggenda. Figuriamoci il resto, da un mese a questa parte: i tanti infortunati ad impoverire il bel gioco dell'avvio, i risultati altalenanti con pareggite cronica degli ultimi turni di campionato e l'atteggiamento in panchina da tranquillo signore, completamente diverso dallo Special One, uomo da battaglia psico-fisica perenne. Benitez ora deve vincere il derby per se stesso, oltre che per l'Inter. E' l'unico modo per guadagnarsi dai tifosi interisti le prime briciole di quella fiducia riversata a volontà su Mourinho, capace poi di ricambiarla a suon di Triplete. Se non ci riesce, è crisi. Ma nessuna crisi dura in eterno, soprattutto a metà novembre. Sarà l'effetto Triplete, sarà che la vera lotta per lo scudetto non si delinea mai prima di primavera, sarà perché ti amo, ma io ho ancora fiducia nell'Inter, soprattutto se recupera i suoi titolari".