Bergomi: "Terzo posto complicato per l'Inter. Mancini? Scelta ottima lui è il meglio per i nerazzurri"
Ai microfoni di PianetaMilan.it parla Giuseppe Bergomi a proposito della situazione in casa Inter e di come la squadra adesso affidata a Mancini si avvicina al derby.
Come hai accolto il cambio Mazzarri-Mancini che ha colto molti di sorpresa?
Dispiace per Mazzarri, perché avrebbe avuto bisogno di più tempo per entrare in sintonia con la squadra. Anche perchè il gruppo è pieno di giovani e spesso vanno aspettati. Va concesso loro il tempo di sbagliare. Per un allenatore il discorso invece è diverso, non c’è mai pazienza. Però la scelta di Mancini è ottima, il meglio per l’Inter. Farà bene.
Probabilmente commenterai il derby per Sky. E’ ovvio che, visto il tuo passato, tu sia tifoso dell’Inter. Però gli interisti ti accusano di darlo a vedere troppo poco. Questo ti infastidisce?
No. Al contrario: è un complimento, mi fa molto piacere, perché vuol dire che sto facendo bene il mio lavoro. Io non devo stare dalla parte di nessuno quando faccio la telecronaca. Poi il mio cuore so io da che parte sta. Anche se continuo a ripetere: quando uno è stato calciatore la sua prospettiva cambia. Quando smette non è più tifoso, come quando era bambino. La vive con molta più serenità, forse anche per l’età, non so. Però diciamo che tifo con moderazione.
Tu hai giocato derby straordinari, con squadre stellari, di primissimo piano, a livello mondiale. Quello del prossimo turno è un derby in tono minore, tra due squadre mediocri?
Io ne ho giocati di ogni sorta. Dai primi derby, in cui il Milan andava in Serie B e noi ci giocavamo il campionato. Poi ci sono stati i derby con Gullit e Van Basten in cui perdevamo magari 2 – 0 senza superare mai la metà campo. Poi ci sono stati derby equilibrati, di alta classifica. Sì, è vero, questo è un derby in cui le due squadre in questo momento rispecchiano le difficoltà che hanno i due club. Quando tu abbassi il monte ingaggi di una squadra poi diventa difficile. Nel calcio di oggi vince chi ha il monte ingaggi più alto. Poi ci sono le eccezioni. Però in Italia la Juventus ha il monte ingaggi più alto e vince; in Europa è così per il Bayern ed il Real Madrid. Poi, ripeto, ci sono eccezioni come il Borussia Dortmund e l’Atletico Madrid. Però in generale è così.
Il terzo posto è un obiettivo alla portata?
L’asticella è troppo alta. E’ inutile continuare a parlare di terzo posto: se il Napoli fa il Napoli, il terzo posto è suo. Non ci sono possibilità. L’Inter due anni fa non è riuscita ad entrare nelle coppe. I tifosi sono abituati bene, però, l’anno scorso l’Inter è arrivata quinta, e se chiedi ai tifosi quanti punti c’erano di differenza tra Milan ed Inter nel campionato scorso, in pochi lo sanno. Erano solamente tre ed in mezzo c’erano anche Parma e Torino. Come si può pensare che un anno dopo, con le partenze di certi giocatori, con grandi problemi societari ed una dirigenza che in questo momento si occupa più di finanza che di aspetti tecnici, si possa raggiungere il terzo posto? Bisogna abbassare l’asticella! Essere realisti.
Tornando al Milan: Inzaghi merita di essere allenatore o è un raccomandato?
Non conosco l’ambiente del Milan. Non so perché Inzaghi sia lì. Io conosco bene Pippo, ci ho fatto un mondiale assieme, so che è un ragazzo estremamente maniacale nelle sue cose. Io non conosco le ragioni che hanno spinto la società ad affidargli la squadra, però vedo lo spirito giusto. Il Milan ha voluto cambiare; ci ha provato l’anno scorso con Seedorf, che tra l’altro secondo me ha fatto bene, perché ha recuperato 9 punti all’Inter. Quest’anno ci sta provando con Inzaghi, però rispetto all’anno scorso lo sta facendo nella maniera giusta, perché la società lo protegge, gli hanno dato uno staff importante, per tante cose. Faccio un esempio: l’Inter se non arriva terza ha fallito. Ma è il Milan ad avere paradossalmente una squadra più pronta, perché ha giocatori come Torres, Alex, Menez, Bonaventura… E’ il Milan che dovrebbe far meglio dell’Inter, che invece ha moltissimi giovani; penso a Kovacic, che è un ’94, poi Icardi, Dodò, Juan Jesus e tanti giovani che hanno esordito. E’ diversa la struttura della squadra. Però le aspettative sono diverse. E Inzaghi, giustamente, viene lasciato più tranquillo. Però la rosa del Milan è più matura, più pronta e quindi dovrebbe fare di più.
Per quali ragioni il Milan ha spesso alternato buone prestazioni e grandi passaggi a vuoto, come con il Palermo?
Penso che in quella partita mancasse il giocatore più importante, quello che dà equilibrio, che è Bonaventura. Il Milan senza di lui va in difficoltà e non è stata brava a reagire. Però è la squadra in Italia che riparte meglio. Anche se difende bassa poi ha gente che ribalta l’azione velocemente. Sono bravi da quel punto di vista, bisogna stare attenti. Mentre l’Inter è più compassata, ha una maggiore prestanza atletica. Quindi è più pericolosa sulle palle da fermo, perché Vidic e Ranocchia quando arrivano fanno male, però è più prevedibile.
De Sciglio sembrava potesse essere il nuovo Maldini e invece sembra che quest’anno si sia involuto. Come lo vedi?
Il problema è solo nostro, è di questo mondo che ha sempre molta fretta di dare giudizi positivi o negativi. Oggi manca la pazienza. Sono ragazzi giovani che hanno degli alti e bassi. Io penso che non sarà mai Maldini, perché non ha la sua fisicità. Paolo era un metro e novanta, non lo saltavi mai e aveva una cattiveria agonistica unica nel suo genere! De Sciglio è meno fisico, è un po’ più tecnico, è meno difensore, ha meno forza. Sarà sicuramente un giocatore da Milan, però non sarà mai Maldini.
Chi finirà davanti tra Inter e Milan?
Spero tanto l’Inter, da interista, però se la giocheranno fino alla fine. Io vedo Juve, Roma e Napoli che sono superiori. Poi le milanesi devono stare in quel gruppo dove c’è la Sampdoria, la Lazio, dove secondo me tornerà la Fiorentina. Dovranno giocarsela con loro. Tu mi vuoi far dire che possono arrivare terze: non lo dico. Io dico che il Napoli è più forte delle altre. Poi ci può stare tutto.