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Boeri: "Per il nuovo stadio serve un Duomo del calcio. Nel nostro progetto un memoriale per il Meazza"

di Redazione FcInterNews.it

Stefano Boeri e Fabio Novembre sono due degli architetti più famosi d'Italia. Dazn li ha uniti per parlare del derby, uno dalla sponda interista (Boeri) e l'altro da quella milanista (Novembre). "Questa è una città che ha due anime. Il Pirellone e la Torre Velasca, Motta e Alemagna, Armani e Prada, Inter e Milan. Milano è una città che ha sempre avuto una logica un po' binaria - dice l'interista - Quando ci è stato chiesto di ragionare sul nuovo stadio abbiamo risposto subito di sì perché uno stadio del genere, per due squadre così, non esiste al mondo. Anche se amiamo San Siro da morire". Racconta Boeri, che proprio insieme a Novembre ha presentato un progetto (non arrivato poi tra le due finaliste scelte dai club) che nel progetto si era pensato "anche all'idea di un memoriale per San Siro". Il collega milanista conferma che era presente l'idea di "un memoriale visitabile da tutti in cui poter rivedere anche le cose più significative avvenute in quel punto del campo, perché San Siro è qualcosa che va restituito ai milanesi. Un'arena oggi a Milano non ha senso. Abbiamo bisogno di un omologo del Duomo di Milano per gli sportivi. Io mi inchino al maestro Boeri perché il Bosco Verticale è stato una meravigliosa intuizione e l'approccio per il nostro progetto per lo stadio è stato quello".

Nel raccontare della propria passione interista, Boeri sottolinea: "Mentre nel mondo siamo all'avanguardia in diversi settori, come la sanità, l'università, il design, l'editoria, nel calcio abbiamo ancora da recuperare un po' di terreno. Il mio tifo per l'Inter? Io vengo da una famiglia di cinque fratelli interisti, quella di mio padre, perché la balia si era fidanzata con il centravanti di riserva dei nerazzurri". Infine una speranza: "Nel 1968 fu fatta una squadra Milan-Inter, credo sia stata l'unica volta. Con due capitani, Corso e Rivera, giocarono contro il Chelsea all'Arena. Sarebbe bellissimo riprendere quell'idea".

Anche Novembre racconta come è diventato milanista: "Tifavo Lecce in maniera blanda, non ho mai tifato davvero perché a me piace il bel calcio. Poi ho iniziato a farlo perché lavorando per molti anni con Barbara Berlusconi avviene l'aggancio di fase: se quei cuori battono per quella squadra, per simpatia e affetto inizi a farlo anche tu. Il tifo non si compra. E' che inizi a crederci".

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