Boninsegna: "Con l'Inter quasi sempre stato amore-odio. Non seppi mai il perché della cessione alla Juve"
Radio Nerazzurra ha raggiunto Roberto Boninsegna, ex grande attaccante dell'Inter, che ha ripercorso la sua lunga carriera con la maglia della Beneamata. Contraddistinta dalla vittoria di un campionato, quello del 1970-71, dopo una grande rimonta sul Milan: "Secondo noi Heriberto Herrera non era un allenatore ma era un preparatore atletico perché era molto preparato sul farci fare allenamento. E ad un certo momento perdiamo a Napoli e sulla via per il ritorno, viene fatta una riunione. Erano presenti quelli della Grande Inter - io non ne facevo parte. C'era Mazzola, Corso, Facchetti e Burgnich. Si sono messi a fare questa tabella e a quel punto lì, avevano deciso di cambiare guida tecnica - anche io ero dell'avviso di far fuori Herrera - proprio perchè non capivamo quello che voleva. Era rigido, ci faceva fare degli schemi, ci toglieva l'inventiva: le cose non andavano bene. Con la sconfitta a Napoli la società lo fa fuori e da lì non c'erano più scuse. Fatto fuori l’allenatore, adesso toccava a noi. Da lì è iniziata una rimonta incredibile con il sorpasso che avvenne nel derby di ritorno". Il coronamento arriva col 5-0 sul Foggia con tanto di splendido gol in rovesciata da parte di Bonimba: "Sì, è stato un gol bellissimo, spettacolare. Ci vuole anche un po’ di incoscienza a tentare una rovesciata così. Ma quando sai che le cose ti vanno bene, hai il coraggio di tentarle. Con questo cross bellissimo di Facchetti. Ero partito per colpirla di testa, però mi son detto proviamo sta rovesciata, ed è venuto fuori che San Siro è esploso".
Poi, l'addio forzato col passaggio alla Juventus, mai digerito da Boninsegna che pure in bianconero vinse parecchio. Ma ha mai avuto di chiarire questa decisione? "No. Un anno andai a vedere a San Siro Inter-Cagliari, il giorno prima che Italo Allodi morisse. Andai a salutarlo e gli dissi: 'Ha visto che non era colpa mia?'. Anche perché Anastasi fece solo un anno all’Inter e venne girato poi all’Ascoli. Lui mi rispose 'Guardi Bobo, non me ne parli'. 'E allora chi è stato? Di chi è la colpa?'. Una sua amica che era a suo fianco mi disse di sapere chi fosse il responsabile ma lui la minacciò e quindi non riuscii mai a sapere il perché del mio trasferimento". Ma cosa ha significato l'Inter per Boninsegna? "Fin da quando giocavo nella Sant’Egidio esisteva solo l'Inter. Come sotto maglia e, ho anche le foto che lo possono testimoniare, ho la maglia dell'Inter. L'ho sempre amata fin da giovane e mi ha sempre fatto soffrire anche dopo quando ho smesso. Mi avevano promesso certe cose che poi non si sono avverate così. Insomma è quasi sempre stato un amore-odio sotto certi aspetti, venendo anche trattato male".