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Brandi: "Mou, eri davvero tu? Quando stavi all'Inter..."

di Fabrizio Romano

Dal suo speciale 'Ce l'abbiamo con' per Sportmediaset.it, Alberto Brandi, noto giornalista e conduttore di Controcampo, spende qualche parola per José Mourinho, tornato ieri sera a San Siro contro il Milan da allenatore del Real ma a suo avviso protagonista di atteggiamenti atipici, che se fosse stato all'Inter avrebbe ampliato in maniera nettamente maggiore. Ecco il Brandi-pensiero: "Quello di San Siro era il Mou che conosco o suo fratello? Un solo guizzo, il 3 da triplete sventolato ai fischi di San Siro prima della partita. Basta. Stop. Incredibile. Di fronte ha il Milan, la nemica di sempre, la squadra degli serutituli, di Galliani che cambia i calendari tanto per ricordare due provocazioni del passato nerazzurro…

Vedi il match, leggi la stampa spagnola che reclama il fuorigioco di Inzaghi e 3 espulsioni mancate di milanisti e ti aspetti fuoco e fiamme. Fai il parametro con il Tagliavento di Inter -Samp dell’anno scorso e pensi che per Webb non richieda le manette, ma direttamente l’ergastolo. Niente, “Webb è uno dei migliori arbitri del mondo” racconta il nostro a microfoni e taccuini. Da non crederci. Allora quello che era un dubbio diventa una certezza: ciò che abbiamo visto, letto e sentito per due anni faceva parte di una precisa strategia. Era tutto studiato a tavolino per mettere pressioni su ambiente, arbitri, opinioni. Paparesta ha fatto capire a Controcampo che gli arbitri erano comunque condizionati dalla presenza di Mou. Che con lui in panchina, probabilmente nel recente Inter-Sampdoria Cassano sarebbe stato fermato prima dell’assist per Pazzini. Sarebbe stato sanzionato l’intervento su Chivu. Ora arbitri, squadre, giornalisti “made in Italy” non vanno più spaventati. Al massimo il nemico è il Barcellona o Pedro Leon che rompe le scatole.

Grande comunque e pure mitico il vecchio Mou, maestro di strategie tattiche (clap clap per il Real di ieri) e di comunicazione. Il prossimo passo sarà la beatificazione di Balotelli?".


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