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Calcagno (AIC): "Troppe partite? Ecco come i calciatori che giocano in Italia percepiscono la situazione"

di Stefano Bertocchi
Fonte: ANSA

"Questa è una grande opportunità per manifestare per la prima volta il nostro dissenso verso una situazione che anche i calciatori che giocano in Italia percepiscono come una grande stortura. Abbiamo la sensazione che il calcio stia iniziando a divorare se stesso". Lo ha detto il presidente dell'Assocalciatori (AIC), Umberto Calcagno, in conferenza stampa a Bruxelles dopo la presentazione del reclamo contro la Fifa alla Commissione Ue da parte dalle Leghe europee, di Fifpro Europe e de LaLiga.

"Finalmente la salute dei calciatori non è più una questione sindacale: preservare la salute della parte migliore del nostro spettacolo vuol dire difendere il nostro sistema - ha sottolineato Calcagno, come si legge in una nota dell'ANSA -. Oggi si pretende che i top player, che giocano ad una velocità che è superiore del 50% rispetto a soltanto dieci anni fa", giochino "sempre più partite, 60 o 70, il mondiale per club potrebbe portare qualcuno dei nostri ragazzi a giocare 80 partite viaggiando per 120mila chilometri per chi ha nazionali oltreoceano" con soltanto "15-20 allenamenti veri all'anno". Il rischio, ha avvertito, è che "per massimizzare i ricavi nel breve periodo", le decisioni della Fifa sul calendario internazionale portino il calcio a diventare "nel lungo periodo" un "prodotto molto meno bello di quello che abbiamo visto finora".


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