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Calcio&Finanza - Perché Thohir ha preso l'Inter e non altri club? Le vittorie contano più del blasone

di Christian Liotta

L'input è chiaro: vendere prima di capire. Politica quella dell'autofinanziamento, legata almeno al mercato di gennaio, che Erick Thohir ha imposto alla società per questa sessione invernale, dopo i 250 milioni versati per l'acquisto della società; politica che però non sembra piacere ai tifosi. Al punto che sul sito Calcio&Finanza appare un interrogativo: "perché mai Thohir ha scelto di comprare l’Inter con il rischio di diventare impopolare tra i tifosi quando poteva comprare una società senza il blasone dell’Inter, ma a costo zero o quasi; usare quei soldi sul mercato e quindi diventare un vero idolo tra i tifosi di quel club? 250 milioni nel mercato di oggi, spiega un consulente, sono tanti e nel giro di qualche anno si può costruire una squadra in grado di competere a livello continentale. D’altronde si tratta della stessa ricetta usata a suo tempo da Roman Abramovich con il Chelsea che, prima dell’arrivo del magnate russo, rappresentava più o meno una squadra di quartiere con un solo scudetto nel suo albo d’oro vinto negli anni sessanta. Oppure di quella usata nel Paris Saint-Germain da Nasser Al-Khelaifi che ha rilanciato il club francese dopo anni di oblio. Quindi perché puntare sull’Inter quando si poteva scommettere su un club di seconda fascia e farlo salire all’apice del calcio del Vecchio continente con grossi investimenti nel calciomercato? Tanto più come dimostra il Paris Saint Germain le norme sul Fair play finanziario sembrano abbastanza aggirabili quando si tratta di portare nuovi capitale nel calcio

Thohir ha fatto capire che il blasone di un club come l'Inter ha inciso sulla sua scelta, "ma nel marketing e nel merchandising sono più importanti le vittorie che non il blasone. Senza i trofei è complicato incrementare l’entusiasmo tra i tifosi e quindi indurli a spendere. Soprattutto sui mercati asiatici dove le simpatie dei tifosi sono ancora fluide e non sono legate a ragioni storiche o di campanile", si legge ancora.


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